Il San Luca di Trecenta torna ad essere ospedale Covid

Sabato 31 Ottobre 2020 di Francesco Campi
CENTRO COVID POLESANO Il San Luca di Trecenta è tornato a essere un ospedale Covid

ROVIGO Un nuovo record negativo per il Polesine, con 119 positività, ma soprattutto con sei nuovi ricoveri, con i totale che arriva a 53. «I numeri dei ricoveri attuali ci portano al limite dell’inizio della fase 2 – sottolinea il direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella - per ora tutte le attività rimangono invariate. La settimana prossima valuterò se sarà necessario rimodulare l’attività ordinaria e ambulatoriale per recuperare risorse, medici, infermieri e operatori, al fine di sostenere l’attività dei reparti Covid».

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RIORGANIZZAZIONE
Ma un primo input è già arrivato, come purtroppo già previsto, da parte della Regione: rafforzamento dei “Covid Center” secondo il terzo livello del piano emergenziale è l’indicazione arrivata in mattinata dal presidente Luca Zaia: «Stiamo attrezzando le strutture – ha detto - per far sì che si possano concentrare i pazienti e diventino i punti di riferimento provinciale». Fra i dieci ospedali individuati come centri di riferimento Covid, per il Polesine, quello di Trecenta. Per il quale, già ieri è iniziata una parziale riorganizzazione, come sottolinea il direttore sanitario dell’Ulss Polesana Edgardo Contato: «Il piano è quello già noto. Al momento, ma i numeri sono in continua evoluzione, al San Luca abbiamo una quarantina di posti letto attivati al quarto piano fra Area medica e Terapia subintensiva Covid e 8 posti di Terapia intensiva, tutti occupati. Allestiamo nuovi posti letto progressivamente, così come progressivamente, secondo lo schema dei vasi comunicanti, riduciamo le altre attività».
AREA MEDICA DEDICATA
La capacità complessiva del San Luca è di circa 80 posti, comunque già attrezzati, nell’Area medica Covid, 20 dei quali di subintensiva e circa 25 di Terapia intensiva, dopo i lavori eseguiti per separare la piastra chirurgica in due distinte aree. E il piano di riassetto ospedaliero in Polesine è già pronto da settembre, così come proprio a settembre, il 4, con lo scoppiare del focolaio alla Casa di Cura di Porto Viro, era stata riattivato un primo blocco da 4 posti letto della Terapia intensiva Covid del San Luca che era da allora già tornato a ricoprire il proprio ruolo di polo provinciale Covid, dopo che, con un momento di gioia collettiva, il 4 giugno, tre mesi prima, aveva salutato la chiusura dei reparti dedicati ai pazienti con Coronavirus. Una gioia effimera, come purtroppo già era previsto, tanto che al San Luca erano stati nel frattempo eseguiti dei lavori per mantenere stabile la dotazione di posti letto Covid, con le apposite aree rimaste chiuse, ma completamente allestite, in attesa di tempi peggiori. Che ora, purtroppo, sono arrivati.
ATTIVITÀ RIDOTTE
Fino ad ora le altre attività ordinarie del San Luca non erano state intaccate, ma da ieri, anche se solo parzialmente, non è più così: «Abbiamo ridotto l’attività di “week surgery” della Chirurgia, in modo da recuperare anestesisti e infermieri per le necessità dei ricoveri Covid. Abbiamo poi mappato i ricoveri non Covid della Medicina, valutando il piano di dimissioni che dovrebbe portare a breve i ricoverati dai 25 attuali a 15, così da recuperare un ulteriore turno di medici e infermieri. La Medicina resterà comunque attiva, così come resteranno attive, almeno per il momento, anche le altre specialità e attività. Anche il Pronto soccorso resterà aperto, anche se in caso di necessità di ricovero in area chirurgica valuteremo lo spostamento dei pazienti a Rovigo».
SUPPORTO A VERONA
Con questi numeri è difficile fare i conti: «Per adesso stiamo gestendo una situazione indubbiamente complicata - ammette Contato - Stiamo affrontando un evento storico, ci vuole sangue freddo. E bisogna che sia sempre garantita una risposta adeguata a tutti. Fino ad adesso stiamo andando ancora discretamente bene. Abbiamo anche due pazienti Covid che arrivano dall’Ulss di Verona: siamo in rete con tutti gli ospedali veneti, siamo sempre a disposizione. Il nostro punto di forza nel fronteggiare l’epidemia è stato il tracciamento ed è quello che cercheremo di sostenere e difendere. Se continuiamo a essere una delle province dove, pur con numeri ora notevoli, la prevalenza il numero dei positivi in rapporto alla popolazione, è la più bassa vuol dire che c’è un modello di approccio che dà dei risultati».
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Ultimo aggiornamento: 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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