CANARO - Sono trascorsi appena venti giorni dall’inaugurazione e il sottopasso degli Angeli, purtroppo, deve fare già i conti con il primo atto di vandalismo. A Canaro aumenta lo sdegno dei residenti, ferma è la condanna dell’Amministrazione comunale per quanto successo giovedì sera: è stata rotta una scatola elettrica di una delle luci e alcuni cavi sono rimasti scoperti per ore e avrebbero potuto rappresentare un serio pericolo per i camminatori.
FERMA CONDANNA
Il primo cittadino condanna il gesto sconsiderato: «Ancora una volta il nostro territorio è soggetto ad atti vandalici che questa volta hanno interessato un opera nuova appena inaugurata importante per il nostro paese. Il danneggiamento è una azione odiosa perché deturpa un’opera pubblica, è uno sfregio a un bene di tutti, realizzato con i soldi di tutti i cittadini che hanno subito rinunce per ottenerla. È ovvio e scontato il disgusto per tali atti che non hanno nessuna giustificazione e che vanno fortemente condannati. Mi auguro che le forze dell’ordine possano individuare i responsabili».
Sarà difficile, tuttavia, rintracciare gli autori del gesto perché la zona è sprovvista delle videocamere di sorveglianza. Il Sottopasso degli Angeli era stato inaugurato domenica 21 novembre alla presenza delle autorità provinciali e regionali, al taglio del nastro avevano partecipato numerosi sindaci del Medio e Alto Polesine. L’opera era attesa da anni per permettere ai residenti delle frazioni Vallone e Mezzavia di attraversare la Statale 16 in sicurezza e raggiungere a piedi il centro di Canaro.
Il passaggio ciclopedonale si innesta da via Toti, costeggia via Roma nel tratto precedente la linea ferroviaria e si collega con la pista esistente. Gli interventi hanno incluso il tracciato della pista di 450 metri a doppio senso di marcia, l’impianto di illuminazione pubblica a servizio del nuovo percorso, l’adeguamento del sistema delle acque, la segnaletica orizzontale e verticale, le recinzioni di confine. L’opera è costata 1 milione e 168mila euro, di cui 300mila finanziati dalla Regione Veneto, il resto da un avanzo di amministrazione serbato dalla Giunta precedente e da un mutuo acceso con la Cassa depositi e prestiti.