Manifestazione Cgil davanti al centro Amazon: «Faccia la sua parte per i 130 lavoratori Geodis in pericolo»

Martedì 4 Aprile 2023 di Ilaria Bellucco
La manifestazione davanti al centro di distribuzione Amazon

CASTELGUGLIELMO - “Amazon, consegne e licenziamenti in 24 ore” è la scritta che campeggia su uno dei cartelli esposti ieri mattina dai 130 lavoratori del magazzino Geodis nella manifestazione organizzata dalla Filt Cgil davanti al centro di distribuzione Amazon di Castelguglielmo e San Bellino, con l’intento di indurre il colosso dell’e-commerce a partecipare al tavolo attivato dalla Regione. Nella mattinata, sfidando un vento freddo che scuoteva energicamente le bandiere delle varie sigle Cgil provenienti da tutto il Veneto per solidarietà, i lavoratori che da tre settimane continuano il presidio di fronte al magazzino Geodis hanno lanciato un messaggio ad Amazon che ha scelto di non servirsi più del magazzino di Villamarzana per la distribuzione delle merci. Se non si trova una soluzione, da agosto saranno senza lavoro.

UNICO COMMITTENTE

I dipendenti sono assunti da Face Work, cui Geodis subappalta il magazzino che ha avuto Amazon come unico committente, spiega il segretario generale della Cgil polesana Pieralberto Colombo. «Parliamo di un magazzino nato proprio per il colosso del commercio elettronico – sottolinea -. Quando c’era la necessità erano in 300 a lavorare lì dentro anche per 9-10 ore con sacrifici, perché vi si movimentano merci pesanti». 

AMAZON NEL MIRINO

Per il sindacato Amazon potrebbe continuare a utilizzare il magazzino Geodis, dato che quest’ultimo tratta tipologie di merci diverse, più grandi e pesanti, e non entrerebbe quindi in conflitto col centro di distribuzione che l’azienda ha aperto a Castelguglielmo e San Bellino. «Amazon non può chiamarsi fuori, pensiamo che abbia una responsabilità nella vicenda e ne debba rispondere, quanto meno per tentare di trovare una soluzione per questi lavoratori. Al momento l’azienda non risponde e non partecipa al tavolo», afferma Colombo. La ricerca di nuovi committenti, in alternativa, è una delle strade indicate dalla Regione per cui Geodis è chiamata ad attivarsi. «Face Work si sta attivando per la Cassa integrazione straordinaria, chiaramente però si tratta di un palliativo – prosegue il segretario Cgil - Il 12 aprile ci sarà un altro incontro in Regione, vedremo se Geodis verrà con qualche risposta. Noi continuiamo a chiedere che sia anche Amazon ad assumersi un po’ di responsabilità». Lavoratori e sindacato hanno chiesto il supporto di tutto il territorio, e nella mattinata sono passati ad esprimere solidarietà la consigliera regionale Vanessa Camani, una rappresentanza della Provincia ed esponenti del Pd, tra cui la presidente del Consiglio comunale di Rovigo Nadia Romeo, di Articolo 1, Rifondazione comunista, Psi, Movimento 5 stelle e della Civica per Rovigo che fa capo a Edoardo Gaffeo.

“SPECULAZIONI TERRITORIALI”

La consigliera regionale Pd Camani sottolinea come si tratti di casi di “speculazione territoriale” che impoveriscono i territori e indeboliscono le tutele del lavoro. «Serve un nuovo impegno comune per riportare il lavoro di qualità, stabile e sicuro, al centro dello sviluppo produttivo della nostra Regione – afferma -. Non basta più al Veneto presidiare i tavoli di crisi. Serve lavorare per evitare che se ne aprano in continuazione di nuovi». Il deputato Pd Alessandro Zan interviene sulla vicenda ritenendo che la decisione di chiudere lo stabilimento sia sintomatica del fatto che non ci fosse da parte di Geodis alcuna intenzione di investimento sul territorio. «Sono basito per il silenzio del Governo sulla vicenda – dice - Predisporrò un’interrogazione al Ministro Urso, affinché ci dica come il governo intenda affrontare il dramma di 130 persone e delle loro famiglie. Saremo in prima linea insieme ai sindacati in questa battaglia per far sì che Amazon rinnovi il contratto con Geodis, è l’unica soluzione per disinnescare questa bomba sociale».

COMUNI ASSENTI

Assenti, invece, le amministrazioni locali. La Cgil si attendeva un po’ più di attenzione, quanto meno da parte dei sindaci dei comuni direttamente coinvolti. «Forse non si è ancora realmente compresa la portata di una vicenda che rischia di lasciare macerie sociali e anche ambientali, dal momento che resterebbe vuoto un capannone di 45mila metri quadri – rileva Colombo – La mobilitazione proseguirà nelle prossime settimane chi sta lottando per il posto di lavoro si augura che anche i tanti amministratori locali oggi assenti possano essere al loro fianco».
 

Ultimo aggiornamento: 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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