Emergenza afa, scatta l'allerta. Attenzione alla fasce più a rischio

Martedì 11 Agosto 2020 di Francesco Campi
Allarme afa nelle città
ROVIGO Giornate calde, caldissime. La presenza dell’anticiclone africano sul Mediterraneo ha fatto risalire le temperature e la pianura padana è fra le aree più roventi. Da domani potrebbe affacciarsi qualche nuvola, ma le temperature resteranno alte fino a ferragosto, salvo scherzetti meteorologici da guastafeste. È bene allora ricordare che proprio per fronteggiare il caldo e i suoi effetti nefasti, soprattutto per le fasce di popolazioni più esposte, i bambini, gli anziani e quanti soffrono di diabete, ipertensione, patologie renali, malattie venose, o sono sottoposti a particolari trattamenti farmacologici, è attivo il Piano di emergenza dell’Ulss 5 Polesana.
DISAGIO E PATOLOGIE
Le alte temperature, unite anche ad elevati tassi di umidità, possono infatti provocare i cosiddetti “colpi di calore”, provocati dall’incapacità sistemica di una persona, generalmente bambini piccoli o anziani, di fronteggiare l’aumento della temperatura corporea dovuta al calore esterno attraverso i meccanismi naturali della sudorazione e del rallentamento delle proprie attività fisiche. Il colpo di calore può manifestarsi con sintomi diversi a seconda della gravità, dalla spossatezza al malessere generale, dal mal di testa fino a nausea e vomito, quest’ultimo particolarmente insidioso perché favorisce la perdita di liquidi e può quindi favorire la disidratazione.
ALLARME FEBBRE
Il tutto sempre accompagnato da una “febbre anomala”. Quest’anno, quindi, le cose si complicano, perché il Piano emergenza caldo, come sottolinea l’Ulss in una nota, si sovrappone all’emergenza prodotta dal Coronavirus, «con la necessità di valutare attentamente se l’insorgenza di temperatura corporea alterata, soprattutto in un soggetto a rischio, sia legata al caldo o al virus. L’obiettivo del Piano emergenza caldo è quello di assicurare nel periodo estivo il coordinamento di una rete strutturata e integrata con i Servizi Sociali dei Comuni, per contenere eventuali danni alla salute nei confronti dei soggetti “a rischio”, riservando particolare attenzione alla popolazione con più di 75 anni di età, affetta da patologie croniche invalidanti, con un basso livello socio-economico e in condizione di solitudine o di “fragilità” socio-sanitaria».
SORVEGLIANZA ATTIVA
Dal punto di vista operativo il Piano si esplica soprattutto un un’attività di sorveglianza attiva, ormai ben nota perché colonna anche delle modalità di azione nei confronti dei soggetti che sono risultati positivi al Covid o che hanno avuto contatti, più o meno ravvicinati, con persone che sono risultate contagiate. Un meccanismo che ha mostrato tutta la propria efficacia. Fra le azioni previste, oltre a un piano di comunicazione, anche con la diffusione di un apposito volantino con le indicazioni per “l’autodifesa dall’afa”, come bere molto e limitare le uscite negli orari in cui il sole picchia di più, anche la formazione di un elenco, stilato in collaborazione anche con le Amministrazioni comunali ed i medici di base. Questi ultimi, insieme ai servizi di assistenza domiciliare di Rovigo, Adria e Trecenta, saranno le “antenne” sul territorio, pronti a segnalare situazioni del cosiddetto “disagio climatico”. Capofila di tutto, la Centrale operativa territoriale (Cot), attiva dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17, riferimento principale per l’attivazione degli interventi previsti dal Piano di Emergenza Caldo con operatori dedicati.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Rispetto al passato, fondamentale la diagnosi differenziale con Coronavirus in caso di febbre, attivando uno o l’altro canale di emergenza a fronte del sintomo.
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Ultimo aggiornamento: 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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