L’Adigetto è ridotto a un rigagnolo, ma è per un imponente intervento di sicurezza idraulica finanziato da Pnrr

Domenica 25 Febbraio 2024 di Francesco Campi
Per velocizzare al massimo l’esecuzione dei lavori il canale è stato svuotato in alcuni tratti

ROVIGO L’Adigetto ridotto a un rigagnolo ha sollevato preoccupazioni e proteste, ma dietro alla secca epocale che sembra vivere in questi giorni, c’è in realtà proprio un’azione per rispondere ai cambiamenti climatici e per adeguare una delle principali opere irrigue del Polesine.
L’Adigetto, infatti, è alimentato col contagocce perché è in corso un imponente intervento secondo un progetto che nell’ambito del Pnrr ha ottenuto un finanziamento di ben 30 milioni, uno dei più consistenti per la provincia di Rovigo. Si tratta del “Completamento del sistema canali Adigetto - Scortico-Malopera ed opere idrauliche connesse per l’irrigazione di 50.000 ettari”, che ha il Consorzio Adige Po come soggetto attuatore e che prevede il ripristino della sicurezza idraulica di tutta la rete, l’aumento dell’efficienza del sistema irriguo, una migliore alimentazione di Malopera e Scortico, e la creazione di un bacino di accumulo in grado di garantire l’irrigazione di soccorso a un’area di circa 50mila ettari. Un tipo di opera la cui necessità si è tristemente resa evidente nell’estate del 2022.

LA SPIEGAZIONE

È il direttore generale del Consorzio Adige Po, Marco Volpin, a fare chiarezza dopo che si sono levate voci preoccupate e accuse di incuria, soprattutto da Lendinara. «In questo periodo il cantiere per il ripristino e il miglioramento della funzionalità dell’Adigetto, iniziato nel novembre 2023, è nel pieno della fase di realizzazione. Per velocizzare al massimo l’esecuzione dei lavori, anche per rispettare i termini fissati dal Pnrr, le quote idriche vengono variate e ottimizzate in relazione all’avanzamento dei cantieri. Per questo in alcuni tratti, temporaneamente, il canale è stato svuotato, con il risultato che sono venuti alla luce materiali estranei presenti sul fondo: le operazioni in corso determinano effettivamente, in alcuni casi, dei disagi dovuti all’assenza dell’acqua, al movimento dei mezzi d’opera, o al deposito temporaneo del terreno di scavo sulle pertinenze e vicino alle abitazioni. Bisogna però tenere in considerazione il nostro sforzo per ottimizzare e ridurre al minimo il disagio complessivo, che riguarda svariate decine di chilometri di canale che attraversano ben dieci Comuni».
Per il Consorzio questo è «un limitato prezzo da pagare al fine di ripristinare pienamente l’efficienza dell’importante asta che attraversa longitudinalmente il territorio polesano. Lo stato di non normalità dell’Adigetto di questi giorni offre l’occasione per riflettere pienamente sull’importanza di questo canale per il nostro territorio in termini di benefici ecosistemici, che vanno ben oltre alla sua funzione irrigua».

DISAGI ALLA FINE

Fra l’altro i disagi hanno i giorni contati. «Dai primi di marzo - precisa Volpin - con gradualità, il consueto assetto idrico del canale verrà ripristinato. Ma mi sento di fare un appunto: scoprire quanti materiali vengono rinvenuti nel fondo del canale lascia l’amaro in bocca e testimonia che il rispetto per l’ambiente e per il territorio non è ancora diventato patrimonio di tutti i cittadini».
Il progetto di risistemazione irrigua dei tre canali risale a ben vent’anni fa, al 2004, quando il costo era stato previsto in 25 milioni, ma nel corso di questi anni, si sottolinea nella relazione del progetto riaggiornato, sono emerse «ulteriori problematiche oltre a quella prettamente irrigua. In particolar modo per l’Adigetto si è resa necessaria una attenta valutazione legata alla sicurezza idraulica. Infatti questo canale, che attraversa i maggiori centri abitati della provincia di Rovigo, necessita di interventi urgenti volti a evitare improvvisi cedimenti dei corpi arginali, sui quali, per altro, sono state realizzate strade e fabbricati».
Il progetto è stato diviso in quattro lotti, i primi due interessano Badia, Lendinara, Villanova del Ghebbo e Costa, il terzo il tratto terminale da Cambio di Villadose al bacino di Botti Barbarighe, mentre il quarto interessa il tratto fra Costa, Roverdicrè, San Sisto e Cambio, con la manutenzione straordinaria dei manufatti esistenti e la realizzazione di un nuovo impianto di pompaggio.
 

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