Ville venete a rischio crollo o malmesse: ecco la riforma per salvarle

Martedì 7 Maggio 2019 di Angela Pederiva
Ville veneto a rischio crollo o malmesse: ecco la riforma per salvarle
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Nel quarto anno di commissariamento, arriva la riforma per l'Istituto regionale ville venete. È stato depositato in Consiglio il progetto di legge con cui la Giunta punta a rivedere la quarantennale normativa che disciplina il funzionamento dell'ente, per renderlo più efficace e snello (anche attraverso gli espropri) nella tutela di un patrimonio che conta 4.243 edifici, di cui circa un quinto in condizioni critiche e un centinaio a rischio crollo, secondo l'allarme degli esperti. Nel frattempo si prepara la strada per il ritorno ad una presidenza di nomina politica: pare che la scelta potrebbe cadere su Amerigo Restucci, ex rettore dello Iuav.
 
IL TESTOLe ville venete sono 3.807 in Veneto e 436 in Friuli Venezia Giulia, motivo per cui i provvedimenti vengono decisi dalla prima Regione d'intesa con la seconda. Rispetto al totale, 2.059 immobili sono soggetti a vincolo e 24 sono stati progettati da Andrea Palladio. La maggior parte è di proprietà privata (86% in Veneto, 81% in Friuli Venezia Giulia), il 5% appartiene a realtà ecclesiastiche, la quota restante è di titolarità pubblica o mista (9% per Venezia, 14% per Trieste). Il testo proposto dall'assessore veneto Cristiano Corazzari mira a due finalità: «In primo luogo, la rilevante esigenza di implementare e ridefinire le funzioni dell'Istituto attribuendo allo stesso un ruolo più incisivo nell'ambito delle politiche culturali regionali, ridisegnandone la relazione con il territorio ed i suoi interlocutori, anche quale ente facilitatore. In secondo luogo, l'esigenza imprescindibile di una disciplina dell'Istituto conforme al principio di razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica».
LE NOVITÀPer quanto riguarda il primo obiettivo, la proposta di Palazzo Balbi che dovrà essere approvata da Ferro Fini specifica le attività che dovrà svolgere l'Irvv, con riferimento non solo alle storiche residenze, ma anche ai relativi parchi, giardini e pertinenze. Per esempio «sostegno al consolidamento e al restauro delle ville venete soggette a vincolo», «supporto alle politiche di promozione turistica», acquisto «anche attraverso l'istituto dell'esproprio» per garantirne la salvaguardia. A questo proposito, «qualora i proprietari non provvedano direttamente agli interventi necessari», l'ente «previo accordo con la competente Soprintendenza, può procedere direttamente all'esecuzione dei lavori», con oneri a carico degli stessi privati. Per semplificare le procedure di intervento, verrà istituito uno sportello unico dedicato. Inoltre, nel quadro della legge sul consumo di suolo, è previsto che l'eliminazione delle opere incongrue o degli elementi di degrado possa determinare un credito edilizio.
Quanto alla seconda strategia, al posto del collegio ci sarà un revisore unico dei conti. Anziché ogni quattro mesi, il Consiglio di amministrazione si riunirà ogni tre. Mentre finora il compenso del presidente era fissato per legge fino al 40% dell'indennità che spetta ai consiglieri regionali, adesso sarà la Giunta a determinare gli importi degli amministratori e i rimborsi spese saranno pari a quelli dei dirigenti (e non più degli eletti) in Regione. Il direttore verrà individuato «mediante selezione pubblica» e avrà un contratto di durata non superiore a tre anni.
LA GUIDANel frattempo l'Istituto ha un nuovo commissario. Si tratta di Silvia Zangirolami, direttore delle Risorse strumentali di Palazzo Balbi, che per questo sino a fine anno non riceverà alcun emolumento ulteriore, com'era accaduto anche per il suo predecessore Vincenzo Fabris, l'ex capo della Pianificazione territoriale rimasto in carica dal 2016 al 2018. Per la verità lo scorso 28 dicembre la giunta Zaia aveva nominato al suo posto Restucci, ma i tempi per formale l'accettazione dell'incarico erano troppo stretti e così era scattata la decadenza. Da quanto trapela, tuttavia, all'architetto e docente sarebbe già stata chiesta la disponibilità a diventare il futuro presidente dell'Irvv, dopo che l'ultima era stata l'ex consigliera regionale forzista Giuliana Fontanella. Potrebbe quindi essere lui, attuale coordinatore del dossier per la candidatura all'Unesco delle colline del Prosecco, ad accompagnare l'attuazione della riforma. 
Angela Pederiva
Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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