Terzo mandato, slitta la votazione al Senato. Il "giallo" di Forza Italia: un annuncio anonimo di appoggio all'emendamento

Tosi: «Sarà il Governo a dare il parere». Renzi (IV): «Governatori sì, sindaci no»

Mercoledì 14 Febbraio 2024 di Alda Vanzan
Il governatore del Veneto Luca Zaia e quello della Campania Vincenzo De Luca

VENEZIA - Terzo mandato per i presidenti di Regione e per i sindaci delle grandi città, il voto in Commissione Affari costituzionali del Senato slitta alla prossima settimana. Ma già si registrano i primi orientamenti e pure le difformità di voto: Azione ci sta sui sindaci, Italia Viva di Matteo Renzi è d'accordo ma solo per i governatori. Con il "giallo" di Forza Italia: dopo giorni e giorni di netta contrarietà all'eliminazione del tetto dei mandati, ieri si è sparsa la voce di un ripensamento. Testuale: "Decreto Elezioni, Forza Italia voterà a favore delle norme sul terzo mandato per i sindaci e per i governatori di regione @UltimoraPolitics24". Senza però citare alcuna fonte, tanto che, interpellato, il deputato e segretario veneto degli azzurri Flavio Tosi ha rinviato a Palazzo Chigi: «Sarà il Governo a dare il parere sull'emendamento, parere che al momento non è stato espresso».

IL DECRETO

Gli emendamenti al decreto Elezioni sono due e arrivano entrambi dalla Lega. Quello firmato dal veronese Paolo Tosato e dalle vicentine Erika Stefani e Mara Bizzotto chiede di modificare la legge numero 165 del 2004 che fissa a due i mandati dei governatori, portandoli a tre, a far dati, però, dai "mandati successivi alle elezioni effettuate dopo la data di entrata in vigore delle leggi regionali di attuazione". Se passasse, in Veneto Luca Zaia potrebbe ricandidarsi anche nel 2025 e sarebbe la quarta volta. L'emendamento per portare da due a tre i mandati per tutti i sindaci dei Comuni con più di 5mila abitanti (sotto i 5mila è già stato deciso che non ci saranno limitazioni) è stato firmato invece solo da Mara Bizzotto e Paolo Tosato. E un altro, analogo, è arrivato da Meinhard Durnwalder.
Le votazioni sono previste la prossima settimana. Ieri Matteo Renzi (Italia Viva), interpellato sul terzo mandato per i sindaci, a SkyTg24 ha detto: «Secondo me no, per me è giusto che ci siano solo due mandati. Sui presidenti di Regione si può discutere. Dieci anni con i poteri del sindaco sono sufficienti. Poi per Zaia e Bonaccini secondo me si dovrebbe ragionare». Favorevole all'eliminazione dei tetti per i sindaci si è detto Ettore Rosato, vicesegretario nazionale di Azione: «Abbiamo sempre sostenuto il terzo mandato per i sindaci a prescindere dalla dimensione del comune. Noi ci siamo e sosterremo l'emendamento presentato al Senato».

Giusto un mese fa, quando il segretario della Lega veneta Alberto Stefani presentò la proposta di legge sul terzo mandato per i governatori, Forza Italia con il segretario Antonio Tajani era stata netta: non si fanno «leggi ad personam, neanche per Zaia». In quell'occasione il coordinatore veneto Flavio Tosi era stato ancora più duro: «Zaia è poco coerente, è contro il tetto dei mandati dei presidenti di Regione, ma il tetto agli assessori l'ha messo lui nel 2012». E il ministro per le Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati, pur elogiando il governatore, aveva rinviato a un approfondimento: «Se dovessimo pensare soltanto al nostro presidente di Regione diremmo tutti "terzo mandato", perché Luca Zaia è un presidente che ha fatto veramente bene, è bravo e riconosciuto in tutta Italia, il più amato per i risultati che ha conseguito. Ma siccome la norma è di carattere generale la stanno approfondendo».
Tutto dipenderà da Fratelli d'Italia.

E siccome si sa come la pensano i veneti (il coordinatore Luca De Carlo: «Io sono al terzo mandato da sindaco, posso dire che gli stimoli dopo tanta amministrazione vanno scemando»), circola l'ipotesi che alla Lega venga chiesto di ritirare l'emendamento di Tosato & C.

AMMINISTRATIVE

Da Roma a Venezia, non c'è solo il terzo mandato a impegnare le trattative tra Lega e Fratelli d'Italia. Ieri sera è tornato a riunirsi il tavolo del centrodestra in vista delle elezioni amministrative di giugno. Tra i Comuni più grossi al voto ci sono Rovigo (unico capoluogo di provincia interessato da questa tornata) e Bassano del Grappa. La Lega sarebbe per il ticket, il centro polesano ai meloniani, la cittadina vicentina al Carroccio, mentre FdI reclama entrambi i candidati sindaci. In questo contesto si battaglia sui numeri per dimostrare chi è più radicato sul territorio. La nota di ieri del segretario veneto della Lega, Alberto Stefani: «11.000 tesserati nel 2023, più del 30% rispetto all'anno precedente. Una grande soddisfazione che si unisce ai 30 nuovi amministratori e ai 5 nuovi sindaci entrati in Lega».

Ultimo aggiornamento: 14:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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