VENEZIA - «Ci troviamo, a sorpresa, tirati in ballo oggi per lo svolgimento di un'attività di medicina umana, in cui dovremmo sostituirci ad operatori sanitari e infermieri in prestazioni di loro competenza. Credo che forse nella concitazione dell'emergenza, sia sfuggito che l'esecuzione di attività di questo tipo rappresenterebbe, da parte di medici veterinari, un abuso di professione infermieristica o medica».
Lo afferma in una nota Maria Chiara Bovo, Segretario regionale veneto del Sindacato veterinari di medicina pubblica (Sivemp), commentando l'annuncio del presidente Luca Zaia che intende coinvolgerli nell'effettuazione di tamponi per il Coornavirus. Ricordando che i veterinari Ulss «svolgono un servizio pubblico essenziale poiché controllano quotidianamente tutta la filiera agroalimentare e la salubrità degli alimenti», Bovo sottolinea che «già dall'inizio dell'emergenza Covid la nostra sigla sindacale, che rappresenta la grande maggioranza dei veterinari Ulss del Veneto, ha dato la propria disponibilità a partecipare alla definizione delle strategie di contrasto all'epidemia. Questa offerta - sottolinea - è stata ignorata. Esprimiamo la nostra ferma contrarietà a svolgere funzioni in aree disciplinari per cui non abbiamo competenza né copertura giuridica.
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