Il racket milionario delle super bici
poi vendute online sui siti stranieri

Domenica 4 Maggio 2014 di Daniela Boresi
Il racket milionario delle super bici poi vendute online sui siti stranieri
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MESTRE - É uno stillicidio e non da poco. Più sono belle, moderne, leggere e "da corsa" e più scompaiono. Desiderabili come le Ferrari e le Aston Martin. Si tratta però di biciclette, ultimo oggetto di desiderio dei ladri che, soprattutto negli ultimi mesi, hanno preso di mira negozi di "lusso" o addirittura fabbriche. Il mercato c’è e pare essere pure fiorente. Le due ruote più preziose finiscono nelle bacheche dei siti stranieri dove vengono offerte a prezzi abbattuti su quello che è il valore reale, ma pur sempre elevati. Gli inquirenti si muovono, segnalano, in alcuni casi è è mossa pure la magistratura, ma una rogatoria internazionale risulterebbe essere onerosa e complessa e quindi si lascia perdere.



Pure "Striscia la notizia" nei giorni scorsi si è occupata della vicenda, considerata ormai un fatto di costume. Precisamente a Tavagnacco dove la Cussigh Bike esasperata dai furti di super bike e dopo aver investito 50mila euro in sicurezza, ha chiesto aiuto alla tv.



Nella limitrofa Tresemane la "Quality bicycles" una ventina di giorni fa si era vista portare via Fondriest, Bottecchia e Torpado per circa 100 mila euro. Furti su commissione? Difficile dirlo, fatto è che poi dei "gioielli a due ruote" si trova traccia online.

A spanne in poco più di 7 mesi le biciclette di "lusso" (dai mille ai 10 mila euro di valore ognuna, con qualcuna ancor più pregiata) sparite solo nel Veneto sono state oltre 220. E sono numeri in difetto. La pista straniera non è una fantasia. Giuliana De Grandis dell’Alta padovana che di professione fa la contabile, ma che ha un fratello che ha un negozio, si è improvvisata 007 e ha contribuito ad alzare il coperchio di un vero e proprio racket che si è portato via dal solo Veneto in pochi mesi 7 milioni di euro. Uno stillicidio che i commercianti e i produttori hanno pensato di colmare installando solo in Veneto 8 telecamere in strutture (negozi o fabbriche) strategiche e rigorosamente segrete. Ladri avvisati, oggi a rubare si rischia di finire immortalati.



La mappa dei furti di bici (fuoriserie come De Rosa, Pinarello, Bottecchia, Carrera, Cinelli) è vasta: dal Bassanese, dove sono state presi di mira produttori e rivenditori, a Mestrino, San Martino al Tagliamento, Ranzano di Fontanafredda, Cordovado, Piombino Dese, Villanova di Camposampiero dove le bici sparite in un solo colpo valevano oltre 45mila euro. 36 colpi complessivamente in poco più di 7 mesi. Ma non scompaiono solo i velocipedi: anche i pezzi di ricambio (quelli di lusso) sono ambiti e anche questi finiscono nel mare grande del web a prezzi stracciati. Piero Nigrelli, direttore del settore ciclo di Ancma (l’associazione di settore aderente a Confindustria, conferma la voce che da tempo circola, ovvero l'esistenza di una sorta di "banda del buco", forse anche più di una anche se appare improbabile visto l'identica dinamica dei furti, specializzata nella razzia rapida e "pulita" delle cicloindustrie del Nord.

Nelle zone di montagna, o comunque nelle aree più isolate, vengono addirittura presi di mira i ciclisti (quelli che naturalmente hanno bici adeguatamente interessanti): è accaduto nel Vicentino e nel Bassanese, a Romano d’Ezzelino l’ultima volta. I "predoni" si nascondono nella vegetazione (naturalmente sanno che passeranno prima o poi ciclisti) affrontano i malcapitati con coltelli e intimano la consegna di soldi, ma soprattutto delle due ruote che probabilmente finiscono in qualche furgone.
Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 13:06

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