Stranieri sfruttati per la raccolta delle mele in Val di Non: imprenditore denunciato

Venerdì 19 Giugno 2020
Stranieri sfruttati per la raccolta delle mele in Val di Non: imprenditore denunciato
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TRENTO - Hanno firmato un contratto di lavoro che rispettava i parametri fissati da quello collettivo provinciale di categoria vedendosi però riservare nei fatti turni e salario non conformi nonché condizioni alloggiative indecorose. È questa la situazione in cui si sono venuti a trovare, nello scorso autunno, 8 stranieri occupati nell'attività di raccolta delle mele in Val di Non.

Lo hanno stabilito i Carabinieri della Compagnia di Cles nel corso di un'inchiesta condotta in collaborazione con personale dell'ufficio lavoro della P.A.T. e conclusasi con la denuncia all'autorità giudiziaria per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro di un imprenditore locale. L'uomo è stato anche multato per 4mila euro poiché non aveva assicurato due dipendenti.

Che le cose non fossero del tutto a posto nell'azienda agricola i carabinieri dell'Aliquota Radiomobile lo avevano capito già il 26 ottobre dello scorso anno, quando erano intervenuti in un meleto di Predaia per dirimere un'accesa controversia tra datore di lavoro e operaio: il principale, contestando un certo lassismo al proprio dipendente, gli aveva tirato contro alcune mele; l'uomo, che era su una scala, per schivare i frutti, aveva finito per perdere l'equilibrio ed era caduto riportando fortunatamente soltanto delle lesioni lievi. Quel pomeriggio, l'identificazione degli altri 7 raccoglitori, africani come quello preso di mira, mise in evidenza un singolare aspetto: alcuni di loro, in passato, erano stati controllati in centri commerciali e supermercati del trentino mentre erano intenti ad elemosinare.

Perciò, per poter comprendere se il loro stato di bisogno li avesse potuti spingere a trovare e accettare assunzioni fatte di illegittimi compromessi e rinunce, vennero intrapresi, in collaborazione con personale dell'ufficio lavoro della P.A.T., accertamenti e verifiche. Così, le testimonianze dei raccoglitori e l'analisi della documentazione relativa al loro rapporto di lavoro hanno messo in luce diverse irregolarità.

Carabinieri ed ispettori del lavoro hanno infatti riscontrato che l'imprenditore riconosceva ai suoi operai un numero di giorni/lavoro inferiore a quello reale e, per ognuno di esso, sistematicamente, un ridotto numero di ore (6 anziché 9).
Agli 8 stranieri, persone in regola con il permesso di soggiorno, offriva inoltre condizioni alloggiative degradanti ospitandoli all'interno di un garage normalmente usato come deposito di attrezzi e parcheggio di mezzi agricoli, uno stanzone fatiscente, senza pavimento e non riscaldato, in cui erano stati collocati ben 13 posti letto, allestiti con materassi e coperte logori. Nella passata stagione le imprese verificate sono state una ventina ma raramente sono state riscontrate severe irregolarità nei rapporti di lavoro.
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