Più ricerca e cultura al centro
Ligabue che diventa Fondazione

Martedì 26 Gennaio 2016 di Paolo Navarro Dina
Giancarlo Ligabue
VENEZIA - La data non è stata scelta a caso: 25 gennaio. E, alla memoria di un padre, non ci poteva essere "regalo" più bello. Proprio un anno fa moriva Giancarlo Ligabue, veneziano giramondo, storico, paleontologo, esploratore, imprenditore e collezionista. Una figura a metà strada tra un "nuovo" Marco Polo in cammino per il pianeta, e un Phileas Fogg, protagonista de "Il Giro del Mondo in 80 giorni", anche con lo stesso pizzico di ironia.
E ieri a distanza di dodici mesi, il figlio Inti ha presentato, nella sede di Palazzo Erizzo sul Canal Grande, la nuova veste del Centro Studi e Ricerche Ligabue che si è trasformato in Fondazione. Un’operazione che intende dare ancora maggiore forza all’ente creato nel 1973 e che ha consentito di effettuare negli anni a 130 spedizioni scientifiche dall’Africa, all’Asia, all’America Latina raggiungendo significativi risultati nel settore della paleontologia e dell’archeologia: basti pensare alla riscoperta di una città di 5mila anni fa (Shar-i Sokta) in Iran, allo studio di popolazioni indigene in Nuova Guinea, fino al rinvenimento di animali estinti, che poi hanno assunto anche il nome dello scopritore, come il Masrasector ligabuei (un creodeonte oligocenico) e il famoso Ligabue saurus leanzai, dinosauro rinvenuto in Argentina.
Ora Inti Ligabue ha deciso di dare nuovo slancio all’eredità del padre. «I nostri obiettivi sono chiari - ha detto - Favorire attività di promozione culturale e di ricerca con riferimento all’archeologia, all’antropologia, alle scienze naturali e arti figurative, con manifestazioni aperte al pubblico, e pubblicazioni (Ligabue Magazine, la rivista è arrivata al 34esimo anno), conferenze e convegni». Insomma, una "task force" della cultura tutta veneziana, in compagnia di Fondazioni giunte dall’estero e che hanno scelto la Serenissima come luogo di cultura ed esposizione.
Per dare nuova linfa al progetto Alberto Angela, conduttore tv e divulgatore scientifico, ha coniato il termine di "arca della conoscenza". La Fondazione Ligabue metterà in campo studiosi ed esperti, molti dei quali legati da profonda amicizia con l’indimenticato Giancarlo, primo tra tutti Donald Johanson, che localizzò in Etiopia i resti di uno scheletro di un individuo di sesso femminile nel 1973 noto come la celebre "Lucy", uno dei primi ominidi rinvenuti al mondo, datato 3.4 milioni di anni fa, e poi altri studiosi come Massimo Cacciari, Andrè Depuech, l’antropologa Mila Tommaseo e il paleontologo Philip Taquet. Dal punto di vista statutario, la nuova Fondazione Ligabue sarà guidata da un consiglio di amministazione composto da Inti Ligabue (presidente), Massimo Casarin (vicepresidente) e Alessandro Danesin (consigliere).
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