Ovs "torna" in Borsa per sfidare
la concorrenza di H&M e Zara

Martedì 10 Febbraio 2015 di Giancarlo Pagan
Ovs "torna" in Borsa per sfidare la concorrenza di H&M e Zara
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MESTRE - «Abbiamo aperto un bellissimo negozio a Camposampiero per vestire i clienti con gli stessi abiti, la stessa qualità del nostro mega store di via Dante a Milano. E' così che vinciamo la sfida con Zara e H&M. Giochiamo a tutto campo, dai grandi centri a quelli più periferici. La quotazione in Borsa servirà a sostenere lo sviluppo». Alla vigilia dello sbarco a Piazza Affari - è attesa a giorni l'autorizzazione della Consob e di Borsa Italiana - l'Ad Stefano Beraldo spiega la logica dell'operazione. «Innanzitutto in Borsa ci torniamo». Il gruppo Coin era stato tolto dal listino dopo che, nel 2011, il fondo Bc Partners aveva acquisito l'80,81% liquidando Pai Partners e il pacchetto di minoranza ancora in mano ai Coin. A quattro anni di distanza ci rientra con Ovs: 6.000 addetti circa, il primo retailer in Italia con un quota di mercato del 5,17%, il doppio rispetto alla spagnola Zara (Inditex) e tre volte la svedese H&M. Un gruppo che ha una rete di 900 negozi. Stando al bilancio chiuso il 31 gennaio 2014 ha ricavi pari a 1,136 miliardi e un margine operativo lordo di 133 milioni. Cifre più aggiornate Beraldo non le dà. Obblighi di riservatezza impongono che le comunichi alla comunità finanziaria nei road show in programma a Milano, Londra, Francoforte, Parigi e forse anche a New York solo una volta ottenuti i via libera alla quotazione. Ma fa capire che i risultati dell'ultimo esercizio sono ancora migliori, con un forte incremento della redditività e della liquidità. «Abbiamo registrato un'ottimo Natale e ottime svendite». Il ritorno al listino - spiega - conclude un trienno di radicale trasformazione del gruppo e del Paese. Nell'abbigliamento l'Italia ha perso il 15% del volume. Era il primo mercato d'Europa con 1.000 euro di spesa pro capite. E' sceso al secondo posto e i consumi si sono ridotti a 800 euro. Ma Ovs è riuscita ad andare contro vento. «Anche l'anno scorso, mentre il mercato è calato del 4%, noi abbiamo fatto un più 5% a parità di punti vendita. Più 7% contando le nuove aperture». Ovs esce rafforzata dalla crisi, perché ha cambiato management, modello di business, operatività. Beraldo elenca: «flessibilità, accorciamento dei tempi di approvvigionamento. Abbiamo più fornitori italiani e dei mercati vicini come la Turchia. Massima attenzione al contenimento dei costi. A partire dalle spese per gli affitti. Upim di Padova l'abbiamo chiuso perché pretendevano un canone troppo elevato». Il personale ha fatto sacrifici- ammette - «ma non abbiamo licenziato, anzi creato occupazione aprendo nuovi negozi». Quaranta tra Ovs e Upim nel 2014 e un centinaio in franchising tra Blu Kids e Ovs Kids.

Dalla Borsa arriveranno le risorse per rispettare la tabella di marcia imposta dall'Ad. Beraldo conta di ridurre drasticamente l'indebitamento. Secondo il rapporto di Goldman Sachs è previsto che il debito scenda dagli attuali 655 milioni a 270. Il manager non conferma, nè smentisce le cifre. Si limita a commentare: «Preferisco investire risorse nella crescita, che pagare interessi alle banche». Crescere infatti è un obbligo per Ovs. «I grandi marchi europei hanno il doppio della nostra quota di mercato». Per cui la corsa continua. «Quando, nove anni fa, sono entrato alla Coin eravamo secondi in Italia dietro Benetton, oggi siamo i primi, ce la giochiamo con Zara e H&M, ma dobbiamo diventare molto più grandi». I tempi sono di nuovo favorevoli. Beraldo fiuta la ripresa. Scommette che l'Italia si stia schiodando finalmente dall'immobilismo. Già oggi, a riforme ancora solo abbozzate, si inizia a vedere il segno più nell'occupazione e nei consumi.

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Ultimo aggiornamento: 14:49

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