Orsi, linea dura di Trento. Si cambia la legge: «Abbattimenti più veloci»

Sabato 1 Luglio 2023 di Angela Pederiva
Orsi, linea dura di Trento - Foto di Ellen da Pixabay

Ieri mattina gli esperti di natura e di norme erano riuniti a Venezia, per un confronto sui grandi predatori promosso dall'università di Ca' Foscari attraverso i master in Amministrazione e gestione della fauna selvatica e Diritto dell'ambiente e del territorio. L'obiettivo dei coordinatori Marco Apollonio e Marco Olivi era uscire dalle sabbie mobili dello scontro ideologico fra le opposte fazioni, per riportare il tema degli orsi (e dei lupi) sui binari del ragionamento scientifico, così da poter «compiere scelte consapevoli dal punto di vista biologico e giuridico». Ma intanto a Trento la Provincia autonoma ha annunciato la linea dura, dopo mesi di tensioni su Jj4 e affini, che a questo punto sembrano destinate ad inasprirsi ancora: nell'ambito dell'assestamento di bilancio, infatti, è stato deciso di modificare la legge sui grandi carnivori, «per accelerare le procedure» di abbattimento degli esemplari problematici o pericolosi.


LE NOVITÀ
Tre le novità illustrate dall'assessore provinciale Giulia Zanotelli, d'intesa con il presidente Maurizio Fugatti.

La prima: per la cattura o la soppressione dell'animale, non sarà più necessario il parere preventivo dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. La seconda: la valutazione dell'Ispra non servirà più nemmeno per attuare le misure di dissuasione degli animali particolarmente confidenti nei confronti dell'uomo. La terza: nei casi in cui in cui il Pacobace (Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali) autorizza sia la cattura che il prelievo, a seconda del comportamento dell'esemplare, la formula che sarà adottata sarà sempre la seconda, cioè l'uccisione. Si tratta di cambiamenti sostanziali, anche per quanto riguarda il parere dell'Ispra, di fatto il cavillo a cui le associazioni animaliste finora si aggrappavano nell'impugnazione delle ordinanze di captivazione e di abbattimento.


L'argomento è riecheggiato anche al convegno in laguna, dov'è intervenuto Piero Genovesi, che nell'Istituto è il responsabile del coordinamento della fauna selvatica: «In base alla normativa, il parere tecnico è obbligatorio ma non vincolante. Tuttavia secondo l'interpretazione delle varie Corti succede che, se un ente se ne discosta, deve avere una motivazione forte. Così va a finire che, anche con la sospensione del calendario venatorio, viene scaricata su di noi una responsabilità politica che non abbiamo».


LE DISTORSIONI
In questo periodo infuocato, proprio le inadempienze della politica sono state al centro delle polemiche sul caso Trentino, insieme alle distorsioni della comunicazione soprattutto sui social. A margine del dibattito ha voluto rimarcarlo anche Fulvio Rocco, il presidente del Tar di Trento che ha sospeso i decreti di abbattimento di Jj4 in un clima: «Intendo mantenere il massimo riserbo in merito ai procedimenti in corso, a tutela degli interessi di tutte le parti in causa. Devo però dire che alcuni canali non hanno dato una corretta contezza delle varie fasi, soprattutto con riguardo al fatto che semplici provvedimenti cautelari sia monocratici che collegiali sono stati divulgati come sentenze definitive, disinformando spesso la pubblica opinione. Addirittura ne è stato manipolato lo stesso contenuto, inserendo le tesi di alcune parti del processo (le argomentazioni degli animalisti, ndr.) nel contesto della motivazione dei provvedimenti giudiziali e dando quindi un'informazione sviata ai cittadini».
Del resto secondo Andrea Mustoni, già coordinatore del progetto europeo "Life Ursus", la comunicazione corretta è mancata nei vent'anni seguiti all'attuazione dello strumento, che fra il 1999 e il 2004 aveva visto il rilascio di 9 orsi importati dalla Slovenia, i quali si sono moltiplicati al punto da far registrare nel 2021 un centinaio di esemplari. «È possibile mantenere i grandi carnivori sul territorio ha evidenziato solo se c'è accettazione sociale. E per accettare questi animali, le persone hanno bisogno di conoscerli, quindi devono poter accedere ad una comunicazione che sia equilibrata, laica, trasparente, altrimenti si generano conflitti. Il rischio zero non esiste, però si può imparare cosa vuol dire avere a che fare con un orso o con un lupo, salvaguardando la loro presenza e la nostra incolumità. Ecco, il piano di ripopolamento è finito nel 2004, ma abbiamo visto com'è andato il programma di conservazione. Ora sento parlare di trasferimenti di massa, però non credo che sia una misura attuabile, sicuramente non lo è nel breve periodo: catturare 70 orsi e spostarli altrove è una fantasia, qualcosa di sostanzialmente irrealizzabile. Purtroppo la situazione è molto complicata e le soluzioni semplicistiche non aiutano. Piuttosto servirebbe un po' più di pacatezza. E un po' più di scienza».

Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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