VENEZIA - Il ministro leghista Roberto Calderoli ha iniziato ieri, dal Veneto, il suo tour in giro per l'Italia per spiegare ai governatori il senso dell'autonomia differenziata. L'incontro a Palazzo Balbi con il presidente della Regione, Luca Zaia, è stato l'occasione per delineare l'iter, fissare la tempistica, mettere in chiaro alcuni concetti.
LE NORME
I riferimenti normativi al momento sono due: l'articolo 143 (inizialmente era il 144) della Legge di stabilità che sarà approvata a breve e che prevede una cabina di regia per definire i Lep nell'arco di due semestri, altrimenti scatterà il commissariamento (quanto possa durare il lavoro dell'eventuale commissario, che comunque «sarà a costo zero», non si sa); la proposta di legge per l'attuazione dell'autonomia partorita dal ministro Calderoli da approvarsi anche questa in un anno. Parallelamente sarà portata avanti la riforma sul presidenzialismo: «Io sono un presidenzialista convinto - ha detto l'esponente leghista ricordando che i percorsi tra legge ordinaria e legge costituzionale sono diversi - mi basta solo che mi lascino andare avanti con l'autonomia, sappiamo che il Parlamento è una bella gatta da pelare».
Tutto questo lavoro preparatorio dovrebbe avvenire nel corso del 2023 che quindi, ha puntualizzato Calderoli, non sarà un anno perso, ma significa anche che il 22 ottobre del prossimo anno - sesto anniversario del referendum - l'autonomia ancora non ci sarà. «Nel 2023 - ha detto il ministro - definiremo una volta per tutti i Lep su tutto il territorio nazionale e porteremo a termine i passaggi normativi, economici e finanziari per permettere il trasferimento delle 23 competenze richieste dal Veneto. Tutto ciò in accordo con il ministro Fitto con il quale stiamo lavorando ad interventi perequativi per ridurre gli squilibri nel Paese. Abbiamo stimato che dal 2014 al 2020 alcune regioni non hanno usato oltre il 50% dei fondi di Coesione e Sviluppo messi a disposizione. Vorremmo creare con questi fondi inutilizzati e con ulteriori risorse un fondo dedicato alla realizzazione di opere strategiche per lo sviluppo delle regioni in difficoltà. Siamo convinti che la logica dell'autonomia permetta di accelerare lo sviluppo delle regioni più in ritardo e, nel contempo, di liberare il pieno potenziale delle regioni più forti».
PRE-INTESE E PARERI
«Non mischiamo mele con pere», ha detto più volte Calderoli a proposito di Lep e fabbisogni standard. L'obiettivo è firmare le pre-intese tra Stato e Regione a gennaio 2024, i testi saranno trasmessi alle Camere «per un parere» e nel caso sorgano obiezioni, Stato e Regione ne discuteranno. L'idea di Calderoli è che le Regioni possano chiedere anche singole funzioni di una singola materia. Delle critiche del governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che nel 2018 firmò la pre-intesa sull'autonomia e ora contesta la proposta di Calderoli, il ministro leghista ha dato la seguente spiegazione: «È candidato alla segreteria del Pd».
«Non è secessione dei ricchi - ha ribadito Zaia - ma se per qualcuno l'obiettivo è l'equa divisione del malessere, allora noi non ci stiamo».