Il ministro Calderoli: «A gennaio 2024 la firma dell'intesa per l'autonomia del Veneto»

Sabato 3 Dicembre 2022 di Alda Vanzan
Il ministro Calderoli: «A gennaio 2024 la firma dell'intesa per l'autonomia del Veneto»
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VENEZIA - Il ministro leghista Roberto Calderoli ha iniziato ieri, dal Veneto, il suo tour in giro per l'Italia per spiegare ai governatori il senso dell'autonomia differenziata. L'incontro a Palazzo Balbi con il presidente della Regione, Luca Zaia, è stato l'occasione per delineare l'iter, fissare la tempistica, mettere in chiaro alcuni concetti.

Il primo è che l'autonomia farà bene a tutti: «Non si può dire che l'Italia è divisa in due - ha detto Calderoli - perché rispetto alle velocità delle Regioni è divisa in quattro o cinque. L'autonomia è il tentativo di far accelerare quelli che vanno più lenti e accelerare quelli che già vanno più forti». I tempi: se non ci saranno intoppi, a gennaio 2024 Regioni e Governo potranno firmare le pre-intese. La procedura: secondo Calderoli, le Regioni farebbero bene a chiedere «una materia per volta» per evitare che il Parlamento possa dare un voto negativo a un intero pacchetto quando magari le perplessità potrebbero riguardare un solo aspetto di una materia (e qui Zaia ha ribadito che non è vietato chiedere tutte le 23 materie: «Vorrà dire che le chiederemo una per volta ma contemporaneamente»). E, infine, la sfida sui Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, visto che, paradossalmente, ad alcune Regioni, specie al Sud, forse converrebbe restare con la spesa storica per non rimetterci: «Una volta noti, sarà l'occasione per chiedere i Lep o per non chiederli. E io temo che per molti sarà così», ha detto Calderoli. Non a caso, Zaia ha lanciato la provocazione: «Una volta definiti i Lep, si scriva in una norma che vanno obbligatoriamente applicati, perché io sono convinto che qualcuno si rifiuterà». Come dire che tutte le ultime polemiche sarebbero solo pretesti.


LE NORME
I riferimenti normativi al momento sono due: l'articolo 143 (inizialmente era il 144) della Legge di stabilità che sarà approvata a breve e che prevede una cabina di regia per definire i Lep nell'arco di due semestri, altrimenti scatterà il commissariamento (quanto possa durare il lavoro dell'eventuale commissario, che comunque «sarà a costo zero», non si sa); la proposta di legge per l'attuazione dell'autonomia partorita dal ministro Calderoli da approvarsi anche questa in un anno. Parallelamente sarà portata avanti la riforma sul presidenzialismo: «Io sono un presidenzialista convinto - ha detto l'esponente leghista ricordando che i percorsi tra legge ordinaria e legge costituzionale sono diversi - mi basta solo che mi lascino andare avanti con l'autonomia, sappiamo che il Parlamento è una bella gatta da pelare».
Tutto questo lavoro preparatorio dovrebbe avvenire nel corso del 2023 che quindi, ha puntualizzato Calderoli, non sarà un anno perso, ma significa anche che il 22 ottobre del prossimo anno - sesto anniversario del referendum - l'autonomia ancora non ci sarà. «Nel 2023 - ha detto il ministro - definiremo una volta per tutti i Lep su tutto il territorio nazionale e porteremo a termine i passaggi normativi, economici e finanziari per permettere il trasferimento delle 23 competenze richieste dal Veneto. Tutto ciò in accordo con il ministro Fitto con il quale stiamo lavorando ad interventi perequativi per ridurre gli squilibri nel Paese. Abbiamo stimato che dal 2014 al 2020 alcune regioni non hanno usato oltre il 50% dei fondi di Coesione e Sviluppo messi a disposizione. Vorremmo creare con questi fondi inutilizzati e con ulteriori risorse un fondo dedicato alla realizzazione di opere strategiche per lo sviluppo delle regioni in difficoltà. Siamo convinti che la logica dell'autonomia permetta di accelerare lo sviluppo delle regioni più in ritardo e, nel contempo, di liberare il pieno potenziale delle regioni più forti».


PRE-INTESE E PARERI
«Non mischiamo mele con pere», ha detto più volte Calderoli a proposito di Lep e fabbisogni standard. L'obiettivo è firmare le pre-intese tra Stato e Regione a gennaio 2024, i testi saranno trasmessi alle Camere «per un parere» e nel caso sorgano obiezioni, Stato e Regione ne discuteranno. L'idea di Calderoli è che le Regioni possano chiedere anche singole funzioni di una singola materia. Delle critiche del governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che nel 2018 firmò la pre-intesa sull'autonomia e ora contesta la proposta di Calderoli, il ministro leghista ha dato la seguente spiegazione: «È candidato alla segreteria del Pd».
«Non è secessione dei ricchi - ha ribadito Zaia - ma se per qualcuno l'obiettivo è l'equa divisione del malessere, allora noi non ci stiamo».
 

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