Lo Stato "regala" le caserme: gioielli
a prezzo di saldo in tutto il Nordest

Sabato 21 Settembre 2013 di Daniela Boresi
L'entrata della caserma Romagnoli di Padova
VENEZIA - Volete acquistare una caserma dismessa per farne un hotel, un museo, o un ostello? Oppure siete un Ente territoriale e vi piacerebbe utilizzare, a titolo gratuito, un vecchio edificio lasciato libero dalle Forze Armate per regalarlo alla comunit? É un’occasione da non perdere. Il Ministero della Difesa ha dato il via alla prima tranche di dismissione delle caserme: un vero e proprio pezzo di storia italiana che viene consegnato alla società civile per un diverso utilizzo.



E a Nordest ci sono proprio le "chicche" più belle. I destini sono diversi: ci sono edifici che sono stati ritenuti idonei per il trasferimento a un fondo comune di investimento immobiliare che sarà costituito dal Ministero dell’economia e delle finanze. Si tratta della caserma Zannettelli di Feltre (Belluno), la caserma Romagnoli e palazzo Rinaldi di Padova, il comprensorio Santa Caterina di Verona. E poi vi sono altri immobili, già segnalati all’Agenzia del Demanio, che in virtù di una norma contenuta nel recente "Decreto del Fare" possono essere richiesti a titolo gratuito dagli Enti territoriali. Ma c’è una data "di scadenza": le domande devono essere inviate entro il 30 novembre.



Tra questi immobili i più significativi sono l’"ex forte Col Vidal" di Lozzo di Cadore (Belluno); la caserma "Fasil" di Sappada (Belluno); una parte della caserma "Trainotti" di Verona. A questo elenco vanno ad aggiungersi terreni demaniali, rifugi e fortificazioni che si trovano in diverse località del Cadore. In Friuli Venezia Giulia entreranno nel mercato la caserma Vittorio Emanuele II di Trieste, la Brandolini di Aquileia, la Montezemolo di Palmanova, la Caverzani, la Friuli ad esclusione del palazzo della Guardia di Finanza e la Schiavi di Udine. Insomma, un pezzo di storia. E qualche amministratore già sogna. «Noi la richiederemo - sottolinea il sindaco di Sappada Alberto Graz - La caserma Fasil è stupenda, ma è una struttura che ha bisogno di manutenzioni altrimenti rischia di andare perduta. La nostra idea è quella di utilizzarla per creare economia nel territorio e quindi cercare un gruppo, anche straniero, che la possa gestire portandoci scuole o gruppi sportivi, ad esempio».



Naturalmente saranno gli amministratori locali a decidere quale sarà l’utilizzo delle strutture date gratuitamente, anche se il Ministero nel varare questa iniziativa non aveva nascosto il desiderio che potessero diventare di pubblico utilizzo: asili, scuole, ma anche giardini pubblici. I beni immobili dello Stato fanno infatti capo al Ministero dell’economia e delle finanze (Agenzia del demanio) e sono concessi in uso governativo gratuito ai vari Organi ministeriali (compresa la Difesa). Che ne sarà di queste strutture? Non per tutte il destino è già segnato. Padova, ad esempio, si sta interrogando ancora sul futuro della caserma Romagnoli, mentre la Rinaldi potrebbe essere trasformata dai privati in un hotel. Nel Bellunese destino ancora incerto per la caserma Zannettelli, abbandonata da anni, come sono ancora sconosciuti i destini di altri due pezzi storici della difesa: la caserma a Santo Stefano di Cadore, Carlo Calbo, e la Buffa di Perrero a Pieve di Cadore. Ma si tratta solo di una prima parte, il "tesoretto militare" è forte di oltre 1500 strutture, tra grandi e piccole non più utili ai fini della difesa che potrebbero essere immesse nel libero mercato.



E l’area di Nordest, in questo censimento, ha un ruolo non indifferente. Infatti sono già diverse le strutture militari che hanno vissuto una riconversione, coma la caserma Prandina a Padova, processo non ancora concluso, che ha "regalato" alla città 4mila metri quadrati di verde in pieno centro storico.



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Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 12:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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