VENEZIA - «Ho letto con attenzione l’inquietante denuncia della CGIL che ha raccolto testimonianze di donne in gravidanza vincitrici di concorso pubblico alle quali sarebbe stato ignominiosamente suggerito di rinunciare all’assunzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Sono fatti di una tale gravità e inaccettabilità che non possono rimanere nella indeterminatezza: gli autori di tali eventuali nefandezze devono rendere conto del loro operato di fronte all’amministrazione che rappresentano e di fronte alla legge». Lo afferma il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in riferimento all’accusa mossa dall’organizzazione sindacale. «La denuncia della CGIL è opportuna se non doverosa ma deve andare oltre – prosegue il presidente – e pertanto invito l’organizzazione a fornire ulteriori elementi per favorire l’individuazione di chi si è reso responsabile di questi comportamenti illegittimi. Lo chiedo come presidente della Regione, perché non può rimanere a mezz’aria e avvolta nelle genericità un’accusa che coinvolge - senza specificare quali - tutti gli enti pubblici veneti e le aziende pubbliche che da essi dipendono. Un fenomeno intollerabile, un’onta che non può essere indiscriminatamente spalmata su tutte le amministrazioni». «Alla CGIL dico che la mia porta è come sempre aperta per promuovere insieme un’azione finalizzata a combattere l’immoralità negli Enti – è l’invito di Zaia – e a colpire chi pensa che la maternità possa essere preclusiva al lavoro, per di più con il metodo dell’avvertimento e del ricatto che evoca scenari mafiosi che vogliamo contrastare con tutte le nostre forze e in ogni situazione».