Frode allo Stato italiano, catturati il re dei bonus e il commercialista: erano in vacanza forzata

Sabato 28 Maggio 2022
Frode allo Stato italiano, catturati il re dei bonus e il commercialista: erano in vacanza forzata
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Lo Stato italiano frodato per 440 milioni di euro, commercializzando falsi crediti di imposta. Questa l'accusa per il "re dei bonus" e un commercialista, scovati dalla Gdf, i due erano latitanti in Colombia e in Repubblica Dominicana.

Il re dei bonus e il commercialista

Il "re dei bonus" e il commercialista erano riusciti a sfuggire all'operazione free credit della GdF del Comando Provinciale di Rimini, che aveva portato a 35 misure cautelari e oltre 80 perquisizioni in Emilia Romagna e, in contemporanea in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto.

Il capo del ramo pugliese e la mente tecnica

Un blitz che aveva colpito un'organizzazione con base operativa a Rimini, ma ramificata in tutto il territorio nazionale, composta da 56 associati e 22 prestanome, indagati con l'accusa di aver frodato lo Stato italiano per 440 milioni di euro commercializzando falsi crediti di imposta, i cosiddetti "bonus", introdotti tra le misure di sostegno emanate dal Governo con il Decreto Rilancio, durante la fase più acuta dell'emergenza sanitaria da Covid-19 per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà. Solo due indagati erano riusciti a sfuggire durante la maxioperazione: ritenuti, allo stato delle indagini, il capo del ramo pugliese dell'organizzazione e un commercialista - la mente tecnica.

La vacanza "prolungata"

Pochi giorni prima dell'esecuzione dell'ordinanza erano volati a Santo Domingo (Repubblica Dominicana) e in Colombia per una breve vacanza ma, venuti a conoscenza della retata che aveva smantellato l'organizzazione criminale, hanno deciso di non rientrare più in Italia, convinti di essere ormai al sicuro in quel paradiso tropicale. Ma gli inquirenti della Procura della Repubblica e gli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini hanno monitorato ogni spostamento, conoscevano i posti frequentati dai due indagati e le loro abitudini e, sulla base di questi elementi, hanno richiesto al Ministero della Giustizia italiano l'emissione di un mandato di arresto internazionale. Qui è entrato in gioco il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, organismo interforze della Direzione Centrale della Polizia Criminale che opera come unico punto di contatto nazionale per supportare le forze di polizia nelle attività investigative all'estero; i dati dei due latitanti sono stati subito comunicati ai collaterali uffici Interpol della Repubblica Dominicana e della Colombia che, supportati dagli Esperti per la Sicurezza italiani operanti presso le nostre Ambasciate in quei paesi, hanno attivato le forze di polizia locali per il rintraccio e l'arresto ai fini estradizionali dei ricercati. 

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