Il dialetto veneto è una lingua e va tutelato: il 63% dei cittadini intervistati la pensa così

Mercoledì 27 Ottobre 2021 di Natascia Porcellato
Il dialetto veneto è una lingua e va tutelato
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«ll veneto è una vera e propria lingua e andrebbe riconosciuta e tutelata come il sardo, il ladino, il friulano, eccetera»? Sì, sembra essere la risposta dei veneti intervistati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est: oggi, è il 63% a dichiararsi d'accordo con questa affermazione.

Se guardiamo al 2019, possiamo vedere come l'incremento sia piuttosto marcato. Due anni fa, infatti, era il 54% a sostenere questa posizione: la crescita è quindi pari a 9 punti percentuali.


Alle parole venete ha dedicato due opere lo scrittore Paolo Malaguti, recente finalista al Premio Campiello 2021: sono il Sillabario veneto e il Nuovo sillabario veneto. I sottotitoli - rispettivamente Viaggio sentimentale tra le parole venete e Alla ricerca dei veneti perduti - richiamano due aspetti che attraversano entrambi i testi: le emozioni e la nostalgia. Insieme, costituiscono una geografa di parole venete rare o perdute che rimandano a un mondo che si fa sempre più lontano proprio perché non pronunciato, e quindi non tramandato.
Sarà da questo senso di perdita che parte il (largo, 63%) sostegno dei veneti all'idea che il loro dialetto debba essere considerato una vera e propria lingua e quindi tutelato al pari delle altre minoranze già riconosciute dalla Costituzione italiana.


Ma come si configura dal punto di vista sociale il sostegno a questa idea? Analizzando l'influenza dell'età, osserviamo che in tutte le classi questo orientamento è maggioritario: arriva al 53% tra i giovani e si attesta poco lontano (51%) tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni. La percentuale di accordo con l'idea che il veneto debba essere riconosciuto e tutelato come lingua sale tra le persone di età centrale (66%), anche se tocca la quota più ampia tra gli adulti tra i 44 e i 64 anni (67-69%). Intorno alla media dell'area (63%), invece, il consenso riservato dagli anziani.


Anche considerando il titolo di studio ritroviamo indicazioni interessanti: l'idea che il veneto sia una lingua da difendere è presente soprattutto tra chi ha un livello di istruzione basso (71%) o medio (68%), ma supera la maggioranza assoluta (55%) anche tra coloro che hanno conseguito un diploma o una laurea.


Vediamo, infine, l'influenza della politica. Il sostegno più ampio all'idea che il veneto sia una vera e propria lingua viene dagli elettori della Lega (80%): d'altra parte, in questo territorio, il partito di Salvini affonda le proprie radici nella rivendicazione territoriale autonomista e identitaria della Liga Veneta. Intorno alla media dell'area, invece, è il sostegno proveniente da chi voterebbe per il M5s (63%) e da FdI (62%), mentre più lontani da questa soglia si fermano coloro che guardano al Pd (42%) o Forza Italia (46%).


Il veneto è un parlar porét, da poreti, ma s'cèt, come poeticamente racconta Andrea Zanzotto in Filò. Forse, per questo, parlare italiano qui è un po' nascondersi; forse, per questo, il dialetto oggi ha bisogno di essere reso lingua. Per difendere la schiettezza che ha dentro. E tornare così a far vivere il mondo che si porta dentro. Che è tutt'altro che povero.

Ultimo aggiornamento: 14:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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