La crisi frena il Veneto, non l’Alto
Adige: classifica del Pil pro capite

Lunedì 14 Marzo 2016
La crisi frena il Veneto, non l’Alto Adige: la classifica Eurostat del Pil pro capite
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La crisi ha intaccato ricchezza e potere di acquisto degli italiani. Ma non tutti, come testimoniano i dati del Nordest: in Alto Adige, nonostante tutto, il benessere aumenta, in Veneto rallenta, in Friuli Venezia Giulia crolla. Fra il 2008 e 2014 il pil pro-capite italiano è passato da 27.600 a 26.500 euro, facendo segnare una flessione del 4%. Un andamento contrastante con quanto invece nello stesso periodo succedeva in Europa, dove in media si è assistito ad una crescita del pil pro-capite da 26.000 a 27.500 euro (+5,7%). Questa la fotografia di Eurostat, secondo cui l'impatto della crisi si fa ancora sentire e in alcune regioni italiane più di altre, con il Mezzogiorno sempre più lontano dai valori Ue, ma che in fondo in questi anni ha resistito meglio di alcune aree del Centro e del Nord.



In affanno compare il Lazio, dove il Pil pro-capite si mantiene sopra la media europea, ma crollando di ben 2.500 euro, cioè del 7,33%, a 31.600 euro l'anno. A perdere più di tutte però a sorpresa è un'altra regione del Centro, l'Umbria, che scende dell'8,37% (-2.200 euro a 24.100). Altra maglia nera è la meno benestante Campania, che ha sofferto un crollo del 7,7% (a 16.800 euro). Il risultato è che i campani si sono ritrovati più poveri dei pugliesi, gli unici che sono riusciti a incassare un segno positivo oltre alle solite regioni a statuto speciale. La Puglia conquista un +0,6%, in soldoni 100 euro, arrivando a 17.400 euro l'anno. Le altre regioni a fare un salto in avanti sono le facoltose Bolzano (+6,4%, +2.400 euro a 39.900), Valle d'Aosta (+3,4%, (+1.200 euro a 36.700), mentre Trento cala appena dello 0,29% a 33.900 euro.

Dopo i pugliesi sono i toscani, che possono contare su un tenore di vita più ricco della media europea, a reagire meglio degli altri alla crisi, con un calo dello 0,35% (appena 100 euro, da 28.900 a 28.800), seguiti da abruzzesi (-0,85%) e veneti (-2%, quasi 30mila euro). Emilia Romagna e Sardegna perdono entrambe il 3%, solo che nel primo caso la ricchezza pro capite è diminuita da 33.400 a 32.400 euro, nel secondo da 20.600 a 20.000 euro l'anno. Tradotto il tutto in potere d'acquisto rispetto alla media europea, gli italiani fra 2008 e 2014 hanno perso quasi dieci punti. Premesso il valore Ue a quota 100, l'Italia è scesa da quota 105 a quota 96, quindi al di sotto della media dei 28. Il Lazio segna una perdita secca di 16 punti (da 130 a 114), seguito dalla Liguria con 14 punti (da 118 a 104), Piemonte (da 113 a 100), Lombardia (da 138 a 126), Friuli Venezia Giulia (da 112 a 101, -5,4% con un Pil individuale di 27.900 euro), Emilia Romagna (da 127 a 117) e Marche (da 102 a 92). Il Veneto scende di otto punti, ma rimane comunque sopra la media Ue, a quota 108, come la Toscana, scesa da 110 a 104.
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