VENEZIA - In un'Italia in cui si impennano nettamente le curve dei contagi, dei decessi e dei ricoveri, anche il Nordest registra nuovi record sul fronte dell'emergenza Covid. Solo tra Veneto e Friuli Venezia Giulia ieri sono state rilevate altre 3.005 infezioni. A contare è indubbiamente la grande mole di tamponi effettuati, oltre 18.000 tra le due regioni, ma a preoccupare sono comunque gli indicatori della pressione ospedaliera, soprattutto nel territorio veneto che ormai è in allerta gialla per effetto dei degenti in area non critica e ha superato quota mille considerando anche i pazienti delle strutture intermedie.
Covid Veneto
Partiamo appunto dal Veneto, dove sono state contabilizzate 12.729 diagnosi molecolari nelle ultime ventiquattr'ore.
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Covid Friuli
Sono 468 i nuovi casi individuati in Friuli Venezia Giulia, su 5.659 tamponi eseguiti, per un ammontare di 9.610 infezioni dall'inizio dell'emergenza. Scendono a 34 i pazienti in Terapia intensiva, ma salgono a 152 i ricoverati in altri reparti. I 5 decessi portano la drammatica conta a 387. Le persone in isolamento domiciliare sono 3.922.
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L' indice di trasmissione in Italia ormai è ampiamente sopra a 1,5. Lo confermerà oggi il report settimanale della cabina di regia del Ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità che calcola l'indice di trasmissione, la velocità di diffusione del coronavirus.
Protesta
Sullo sfondo di questi numeri non si placano le polemiche per le misure contenute nell'ultimo dpcm. Oggi alle 10.30 a Venezia, fuori da Palazzo Ferro Fini, si terrà la protesta dei lavoratori della cultura, dello spettacolo e dello sport, promossa da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil per chiedere alla Regione un piano di aiuti: «È necessario che si trovino tutte le possibili soluzioni alternative alla chiusura totale, ad esempio permettendo le attività in fasce orarie diverse e nei weekend, per non buttare tutto il lavoro fatto fino ad ora per mettere in sicurezza il settore che aveva programmato stagioni teatrali, proiezioni cinematografiche, attività e corsi nello sport». Una delegazione del settore incontrerà il presidente Roberto Ciambetti e gli assessori Elena Donazzan e Cristiano Corazzari. Quest'ultimo ha scritto al ministro Vincenzo Spadafora: «Molti condividono il timore che la chiusura di tanti impianti, centri, l'interruzione delle attività possa portare più danni che benefici e che sia necessario permettere la continuazione delle discipline».
A.Pe.
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