Catasto, mano al portafoglio:
rincari per i proprietari di case

Martedì 5 Agosto 2014 di Nicoletta Canazza
Catasto, mano al portafoglio: rincari per i proprietari di case
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A Venezia un immobile può valere per il Catasto 107.292 euro e per il mercato circa 343mila: un divario del 219%. A Treviso una casa da circa 100mila euro secondo le rendite catastali, ne può valere sul mercato circa 243mila (il 144% in più). A Padova una casa può valere 203mila euro per il mercato e 161.500 per il Catasto. A Pordenone: 127mila euro di valore censuario e 150mila o poco più sul mercato. È la fotografia "immobiliare" del Nordest secondo la mappa delle rendite più distanti dal mercato elaborata dal Sole 24Ore su dati Nomisma e Statistiche catastali.

Se le città più virtuose d’Italia sono proprio Padova e Pordenone, rispettivamente penultima e ultima nella classifica nazionale, Venezia si piazza al settimo posto, preceduta solo da Trento, sesta. Tra le città con la sperequazione maggiore anche Treviso (144% di divario) e Vicenza (131%). Decisamente staccate Udine (80a tra i capoluoghi con un divario del 77%) e Verona (85a; 66% di differenza tra rendite e valore di mercato). Tanto? Poco? Se si considera che in testa alla classifica ci sono Pistoia (284% di gap tra valori), Pesaro (273%) e Messina (267%), ma che la media nazionale è del 68% c’è molto da recuperare per il Fisco a Nordest.

Il divario tra estimi catastali e mercato ha molte cause: dal mancato aggiornamento di rendite ferme agli anni ’80 al boom del mercato immobiliare negli anni 90. Una situazione di disparità fiscale che dovrebbe finire col nuovo Catasto.

Il via libera al primo decreto attuativo da parte della Commissione Finanze del Senato inaugura infatti un percorso che porterà conseguenze sensibili sulla tassazione, a partire da Imu e Tasi. Saranno riviste, infatti, categorie, superfici, classi e valutazioni. E la parte più importante degli aggiornamenti riguarderà le abitazioni classificate catastalmente come A/3 e A/2, ovvero le case di "tipo economico e quelle di tipo "civile". Per dire, le abitazioni A/3 rappresentano il 54% del patrimonio immobiliare a Venezia, il 51% a Vicenza, il 29% a Treviso, il 38% a Verona.

Quelle in A/2 sono l’83% a Bolzano, il 70% a Padova, il 59% a Treviso, il 63% a Pordenone, il 54% a Udine. Quanto alle modalità, si comincerà con l’individuare caratteristiche omogenee per zone ed edifici-tipo per gli algoritmi, cioè i meccanismi di calcolo. Concorreranno a formare le nuove rendite catastali parametri come le caratteristiche del territorio, la revisione della computazione dei vani, classi e categorie, valore medi di mercato, finiture, anno di costruzione, classe energetica degli edifici e infine i valori patrimoniali. In attesa di capire come i sindaci regoleranno Imu e Tasi in base alle revisioni si può azzardare una previsione: il passaggio dai vani ai metri quadrati favorirà le unità di minori dimensioni con rincari, però, per le case in centro e gli stabili d’epoca. E i furbetti che hanno ristrutturato la propria abitazione senza informare il Catasto? Probabili i rincari d’imposta per chi, di fatto, finora ha beneficiato di una sorta di "rendita di posizione".
Ultimo aggiornamento: 13:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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