LIMENA - «Non accetto che si dica che la Moretti ha ceduto. Allora non mi conoscete». La capogruppo del Pd in Consiglio regionale apre stizzita la conferenza stampa indetta dalla Fondazione Kairos di Vicenza per togliere il sospetto di aver qualcosa da nascondere sull’entità, le modalità con cui l’ente le ha pagato la campagna elettorale e per rendere noti identità (e relativi importi) di coloro che hanno fatto donazioni alla Kairos, elenco finora "secretato" «in ossequio alla normativa sulla privacy» con corredo di polemiche al veleno.
L'incontro con la stampa
Rispetto ai «nomi non li faccio» opposto dalla capogruppo dem allo scoppiare del caso, la scorsa settimana, le cose sono cambiate. L’altro punto da chiarire erano i rapporti tra l’ex eurodeputata del Pd e la fondazione, pubblicamente conosciuta come la "fondazione della Moretti".
Partiamo dai soldi. La campagna della Moretti è costata circa 950.000 euro, affluiti da tre canali: 1) il Pd (470.000 euro) 2) fondi personali della Moretti (46.644 euro) 3) l’associazione "Alessandra Moretti Presidente" (433.000 euro). Mistero nel mistero era il ruolo della Fondazione Kairos. Il suo contributo, secondo quanto spiegato ieri («anche se non siamo tenuti a farlo»), è ammontato a 170.574 euro così suddivisi: 23.800 euro di spese per servizi della candidata (collaboratori, Facebook, Google); 46.765 di spese per fornitura servizi all’associazione (tra cui affitto sede di Limena, autista, auto, telefoni ecc) oltre a 100.000 euro di finanziamento. La sorpresa di ieri è che «questi 100.000 euro - ha detto Todescan - non sono un regalo ma un prestito della Kairos all’associazione Moretti: quei soldi dovranno rientrare trovando ulteriori donazioni e attraverso i contributi volontari dei tre consiglieri regionali della lista Moretti».