Alessandra Moretti: «Io e Felice
siamo stati lasciati soli da partito»

Martedì 16 Giugno 2015 di Alda Vanzan
Alessandra Moretti: «Io e Felice siamo stati lasciati soli da partito»
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Ieri mattina Alessandra Moretti era a Palazzo Ferro Fini, per un primo incontro con i colleghi consiglieri regionali del Pd e delle due liste civiche che l’appoggiavano. È arrivata in laguna nel giorno in cui la città si è svegliata con un nuovo sindaco, l’imprenditore Luigi Brugnaro che, sostenuto dal centrodestra, dopo 22 ha mandato all’opposizione il centrosinistra.

Alessandra Moretti, il Pd ha perso non solo a Venezia, ma anche anche negli altri quattro ballottaggi veneti.

«Le partite si giocano sul territorio, ma è evidente che il Pd ha perso e ha perso male. Questi risultati devono costituire l’occasione per una ripartenza. C’è bisogno di un lavoro più capillare sul territorio e meno di giochi di potere interno. Non abbiamo bisogno di lotte e divisioni. Dobbiamo invece costruire una nuova classe dirigente a cui lasciare il timone».

Non sarà immediato.

«Le vittorie si costruiscono da lontano, non si improvvisa nulla».

In Veneto il Pd ha la Regione e si sapeva che non era una partita facile. Ma Venezia e Rovigo sembravano fortini. Cosa è stato sbagliato?

«Abbiamo perso per tanti fattori. Uno è stato l’immigrazione, un fattore che ha pesato tantissimo e che è stato strumentalizzato dalla Lega, mentre il centrosinistra non è riuscito a trasmettere un segnale rasserenante. È passato il messaggio immigrazione uguale furti uguale rapine. E questo ci ha travolto. E poi il fisco. Il Governo ha affrontato e portato avanti riforme strutturali che stanno avendo effetti positivi, come con il costo del lavoro. Non sempre però le riforme pagano dal punto di vista elettorale. Ma bisogna andare avanti indipendentemente dal consenso per puntare al bene del paese».

Secondo lei il senatore Felice Casson ha sbagliato campagna elettorale? O non andava bene la candidatura?

«Sia io che Casson usciamo dalle primarie. Evidentemente non basta. Ci vuole un partito che sostenga davvero il suo candidato».

Il Pd vi ha mollato?

«Il Pd non saputo fare squadra vera intorno ai suoi candidati. Io per le Regionali mi assumo tutte le responsabilità. Forse non abbiamo compreso il Veneto, forse non era ancora il tempo di una donna, forse il legame con il Governo in un Veneto che punta a fare da sé ci ha penalizzato».

Congresso straordinario?

«Serve una riflessione, ma senza buttare la croce addosso a qualcuno. Il congresso? Lo deciderà la segreteria regionale».

Sarà lei nel 2020 a ritentare la conquista della Regione?

«Non necessariamente. Io lavoro perché il Pd possa avere una nuova leadership grazie ai nostri giovani e militanti. Siamo tutti utili, nessuno indispensabile».
Ultimo aggiornamento: 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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