Pordenone a sorpresa, è diventata una città turistica: boom di presenze nei primi sei mesi

Sabato 15 Luglio 2023 di Loris Del Frate
Turisti a Pordenone

Neppure la pioggia dei maggio e giugno scorsi fermano la corsa del turismo in regione.

Se è vero, infatti, che in questi due mesi le località di mare hanno avuto il freno a mano tirato sul fronte delle presenza con un calo rispetto allo scorso anno, non ci sono dubbi sul fatto che i primo dei mesi del 2023 hanno fatto registrare un balzo di turisti rispetto al 2019 che è stato su questo fronte l’anno di riferimento. I dari parlano chiaro: i primi sei mesi di quest’anno hanno toccato quota 3 milioni e 563 mila presenze che sono una impennata rispetto a quelle del 2019 che aveva fatto registrare 3 milioni e 294 mila turisti registrati. Altro dato decisamente significativo: il settore del turismo oggi vale il 14 per cento del pil regionale più si deve sommare la stretta connessione con gli ambiti del commercio e dei servizi.


A LONDRA


A tracciare il bilancio dei primi sei mesi l’assessore Sergio Emidio Bini, impegnato in una due giorni a Londra per presentare la nuova guida del Friuli Venezia Giulia in inglese, edita da Lonely Planet. «Sarà la prima – ha spiegato – ad avere diffusione internazionale. Già presente nelle librerie della Gran Bretagna, si potrà presto trovare negli scaffali anche di Stati Uniti, Canada, Australia e Irlanda, oltre che nel resto del mondo. Un altro tassello nella strategia che in questi anni l’amministrazione regionale, di concerto con il braccio operativo di PromoTurismoFVG, ha portato avanti per la promozione del nostro territorio. L’avvio della stagione estiva - è andato avanti l’assessore - è stato caratterizzato da un meteo non del tutto favorevole tra maggio e giugno e a questo proposito voglio esprimere un pensiero di vicinanza ai territori colpiti dal maltempo nei giorni scorsi. Se è indubbio che il meteo avverso ha in parte penalizzato la costa, al tempo stesso i dati dimostrano che il turismo in Regione è cresciuto in maniera generalizzata su tutto il territorio. Ne sono un esempio le città capoluogo di provincia, che fanno registrate tutte indici di crescita in doppia cifra rispetto al 2022».


LE INIZIATIVE


«Ci sono sicuramente motivazioni contingenti – a Udine, ad esempio, l’Adunata degli Alpini ha avuto un impatto significativo, con le presenze nei primi sei mesi cresciute di circa il 25% – ma lam chiave di volta sono stati i visitatori stranieri». Ne è un esempio Pordenone, che nei primi sei mesi dell’anno ha visto crescere gli stranieri del 34% rispetto allo stesso periodo del 2022.


LA MONTAGNA


Anche la montagna ha fatto registrare una stagione invernale senza precedenti sulle piste del Friuli Venezia Giulia. «Il polo di Piancavallo – ha indicato Bini – rispetto al pre-Covid ha visto crescere gli ingressi negli impianti sciistici del 56%. Alla luce di ciò, non stupisce che la montagna da sola abbia superato il mezzo milione di presenze tra gennaio e maggio 2023, un risultato mai registrato prima».


LA COSTA


I primi sei mesi dell’anno le presenze turistiche in Friuli Venezia Giulia, dunque, sono cresciute dell’8% rispetto all’anno scorso. “In questo contesto – ha spiegato Bini – si devono leggere anche i dati della costa, con Lignano e Grado che sono tornate ad assestarsi, causa due mesi non proprio buoni sul fronte meteo, sui pur lusinghieri valori delle stagioni pre-Covid, con Lignano che fa registrare un +6,4% di presenze rispetto al 2019. È la riprova del fatto che l’offerta turistica del Friuli Venezia Giulia non si concentra solo al mare, ma può e deve essere vincente in tutti i suoi ambiti». Non a caso, una dei punti di forza più apprezzati dai turisti internazionali è rappresentato proprio dalle dimensioni “umane” del territorio, che permettono nell’arco di due ore di spostarsi dal mare alla montagna, incrociando nel mezzo città d’arte e aree naturalistiche.


COSA VALE 


E proprio di questa carta vincente si è parlato a Londra, durante la presentazione della nuova guida Lonely Planet che si è tenuta al Langham Hotel, situato a West End, alla presenza dei giornalisti del Daily Mail, The Times, The Sun, Daily Telegraph, Independent, Decanter, Financial Times, Bbc Travel, Cnn, Nat Geo, Guardian, Forbes, Condé Nast. In dialogo con Tom Hall, vicepresidente di Lonely Planet, è stato fatto il punto sulle nuove tendenze del mercato turistico e sui punti di forza che il Friuli Venezia Giulia può vantare sul piano internazionale. Alla riconoscibilità del capoluogo – dovuta alle vicende storiche che hanno interessato Trieste nel secondo dopoguerra e alla fama di autori internazionali come James Joyce – si aggiunge la bellezza di un territorio lontano dai flussi di massa e fortemente diversificato Molto forte è l’interesse del pubblico di lingua inglese per l’offerta enogastronomica, così come delle città d’arte e delle località patrimonio Unesco. «I turisti stranieri rappresentano la fetta più significativa dei visitatori in Regione – ha concluso Bini – e nei primi sei mesi dell’anno hanno raggiunto quota 2 milioni, superando dell’11% il dato già positivo del 2022 e del 6% il dato del pre-Covid. Accanto al tradizionale mercato di lingua tedesca, ci sono aree di provenienza nuove in forte crescita, su tutte l’Est Europa e l’area anglofona, Gran Bretagna e Stati Uniti. Un ruolo importante lo gioca lo scalo di Ronchi dei Legionari: sono oltre 10 mila i passeggeri che hanno già usufruito del nuovo collegamento tra l’aeroporto di Trieste e quello di Dublino (operato da Ryanair, due volte a settimana), inaugurato a fine marzo e nei mesi estivi la percentuale di riempimento dei voli rasenta il tutto esaurito. A questo si aggiungono le nuove tratte verso Tirana e Barcellona».

Ultimo aggiornamento: 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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