Pordenone. Tenta la rapina in banca e poi fugge, ricerche avviate: i filmati delle telecamere rivelano che prima del colpo ci aveva ripensato

Sabato 28 Ottobre 2023 di Giulia Soligon
La filiale di intesa San Paolo dove è avvenuta la tentata rapina

PORDENONE - Non si conosce ancora il volto, ma la sua identità comincia lentamente a profilarsi. È un altro tassello chiave che si aggiunge alle indagini per le ricerche del bandito solitario che mercoledì ha tentato il colpo alla filiale di Intesa San Paolo all'angolo di via Mazzini, in pieno centro a Pordenone. Man mano che passano le ore, appare sempre più singolare il tentativo di rapina, considerando che oggigiorno le casse non sono più quelle di una volta, quando si aprivano manualmente. Ora è tutto temporizzato, l'operatore non può decidere di aprirle autonomamente per maneggiare i contanti. Azione quasi inspiegabile tenendo conto del fatto che ormai versamenti o prelievi di soldi avvengono sempre più di rado. Si "maneggia" molta più moneta elettronica con le operazioni online. Il livello di sicurezza raggiunto agli sportelli ha fatto quasi del tutto sparire le bussole antieffrazione, le cabine equipaggiate di metal detector in grado di rilevare oggetti metallici, come pistole o coltelli, dotate di videosorveglianza e blocco porte. Ora le entrate sono libere. Ciò non toglie il grande spavento provato dalla cassiera nel vedersi puntare addosso una pistola e sentirsi rivolgere la minaccia «dammi i soldi altrimenti sparo».

IL TENTATIVO

Ecco perché risulta poco credibile immaginare che dietro il tentativo compiuto all'Intesa ci sia la mano esperta di un professionista, quanto piuttosto quella di un criminale inesperto mosso dalla disperazione di racimolare qualche spicciolo. Il malvivente, infatti, non solo avrebbe deciso di rischiare un'impresa démodé (oggi semmai sono più frequenti gli assalti ai bancomat o alle casse self service dove oltre ai prelievi si possono effettuare anche i versamenti), ma l'avrebbe anche fatto muovendosi con incertezza. Indossato il passamontagna e fatto irruzione dentro la banca, ha messo in scena il suo piano ma con qualche tentennamento di troppo, maneggiando la pistola con poca destrezza. Per quanto riguarda l'arma, è ancora da accertare se fosse vera o una riproduzione giocattolo. Resta il fatto che dai racconti forniti dai testimoni e dai video visionati dagli inquirenti, si evince che l'uomo incappucciato ad un certo punto è stato preso dall'ansia "da prestazione" e forse dall'idea che da quella situazione ne sarebbe uscito a mani vuote. Come effettivamente è poi avvenuto. Trovata "chiusa" la cassa al suo arrivo quindi svanita qualsiasi possibilità di portarsi a casa il malloppo, non gli è restato che fare marcia indietro alla svelta e far perdere le proprie tracce lungo via Borgo Sant'Antonio in direzione del labirintico Bronx.

LE RICERCHE

In fuga, dopo averla combinata grossa e senza alcun risultato, l'uomo armato ha lasciato tante tracce in giro. A cominciare proprio da quelle catturate dal sistema di videosorveglianza della banca, che hanno permesso di disegnare un profilo comportamentale del soggetto. A dare una prima stretta alle ricerche era stato lo spiccato accento italiano con il quale il malvivente aveva rivolto le minacce alla cassiera. E se la veloce fuga dell'uomo è sfuggita alla vista di chi a quell'ora si trovava nel borgo, non è certamente passata inosservata agli altri occhi elettronici disseminati nella zona.

Tanti i filmati presi in esame tra quelli delle banche vicine e degli esercizi commerciali.

Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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