Superbonus: nuovo cambiamento in corsa. «Imprese e cittadini condannati all’incertezza»

Stop ai vantaggi, a rischio i lavori e la documentazione relativa ai cantieri. La rabbia degli artigiani: "Impossibile continuare a operare in questo stato"

Giovedì 28 Marzo 2024
Superbonus: nuovo cambiamento in corsa. «Imprese e cittadini condannati all’incertezza»

Una sorpresa che arriva in un comparto combattivo ma anche rassegnato d’innanzi all’ennesimo cambiamento sul Superbonus. Con questo spirito ieri i vertici di industriali e artigiani edili dibattevano attorno al decreto che martedì sera, senza preannunci, è stato approvato dal Consiglio dei ministri, determinando una nuova stretta, dopo quella di fine 2023, all’agevolazione per le ristrutturazioni edilizie. A far “rumore” nelle sintesi di cronaca c’è la fine dello sconto in fattura e cessione del credito, ma per gli addetti ai lavori sono altre le criticità che questa nuova decisione del Governo determinerà. Soprattutto il blocco di fatto dell’utilizzo del Superbonus su edifici afferenti a Onlus e Terzo settore, un ambito su cui in Friuli Venezia Giulia era in corso una certa effervescenza. Per le imprese, inoltre, non sarà indolore l’eliminazione della «remissione in bonis», riguardante la documentazione relativa ai lavori effettuati.

Per Ance Fvg e Confartigianato Fvg, però, la premessa è legata a un decisionismo governativo che mal si coniuga con l’attività d’impresa. 


IL PUNTO

«Ci sono cambiamenti di norme quasi con effetto retroattivo – afferma con la consapevolezza delle ripercussioni del nuovo decreto il presidente di Ance Fvg, Marco Bertuzzo -. Un comportamento al quale, purtroppo, ci siamo quasi abituati ma che comparta significative ricadute per diverse imprese, costrette a rivedere i propri progetti». È proprio il caso di quelle programmazioni che si stavano facendo in accordo con organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale. «Il Superbonus per il Terzo settore era stato previsto fino al 31 dicembre del 2025 - spiega Bertuzzo -, ma ora il nuovo decreto prevede lo stop dello sconto in fattura e della cessione del credito anche per questa tipologia di soggetti». Uno stop che mette in difficoltà anche il comparto artigiano, conferma il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti. «Non è possibile andare avanti con stop and go come quelli abbiamo assistito e stiamo assistendo rispetto al Superbonus – sottolinea -, perché l’effetto immediato e più impattante è condannare all’incertezza imprese e investitori». 


IL GRIDO

Se, prosegue Tilatti, è importante preservare i conti pubblici, «occorre anche avere il coraggio di dire quanto ha reso in termini di fiscalità la norma del Superbonus». In ogni caso, aggiunge, «non dobbiamo dimenticare che l’ultima importante modifica risale a gennaio di quest’anno. Solo due mesi dopo arriva un’altra stretta e all’improvviso. È davvero difficile operare in un simile contesto». 
Anche per il settore artigiano gli interventi nel Terzo settore si stavano dimostrando interessanti: «Erano allo studio alcune ipotesi di intervento, anche con l’avvallo della Regione», aggiorna infatti il capocategoria degli edili di Confartigianato Fvg, Paolo Dri, che definisce il decreto «un fulmine a ciel sereno, in grado di mettere in difficoltà delle realtà senza che esse abbiano una responsabilità diretta sul loro stato». 

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CONSEGUENZE

Tra gli artigiani, lo stop alla cessione dei crediti potrebbe generare problemi soprattutto agli impiantisti. Ad Ance Fvg preoccupa anche l’eliminazione della remissione in bonis, ovvero la possibilità per le aziende di presentare la documentazione necessaria per accedere ai bonus edilizia in ritardo (entro il 15 ottobre) rispetto alla scadenza del 4 aprile, pagando una piccola sanzione. 
«Con un preavviso di soli 7 giorni – sintetizza Bertuzzo -, questa possibilità viene cancellata a fronte di molte aziende che devono ancora presentare la documentazione, con la possibilità concreta, quindi, di perdere gli incassi per i lavori effettuati. Si tratta di una mole di documenti notevole, dato l’appesantimento burocratico che ha caratterizzato il Superbonus, e su cui le aziende hanno accumulato qualche ritardo». L’appello dell’Ance Fvg è che il Governo ci ripensi e «se non vuole lasciare la data del 15 ottobre come termine ultimo, sposti quella del 4 aprile almeno alla fine del mese», conclude il presidente. 

Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 10:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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