MONTEREALE - «Basta con le testimonianze dei profughi in classe, non rappresentano il mondo dell'emigrazione in Italia»: a tuonare contro l'Istituto comprensivo di Montereale e le associazioni che stanno proponendo a bambini e ragazzi la conoscenza di alcuni richiedenti asilo ospitati in zona, è Mustapha Nadif, presidente di Nuova generazione del Friuli, un sodalizio che da anni sta cercando di proporre attività di integrazione.
«È necessario che si faccia un distinguo da quelle che sono le vicende umane e personali, anche terribili, di pochi, rispetto alla quotidianità della stragrande maggioranza - aggiunge Nadif -: si rischia di far passare nei confronti dei discenti, che non hanno strumenti adeguati per elaborare questo tipo di informazioni, un messaggio sbagliato, cioè che tutti gli stranieri sono uguali. Ragazzi giovani che attendono, senza lavorare, un permesso di soggiorno, fuggiti da chissà dove». Per il presidente di Nuova generazione Friuli bisogna invece ribaltare la prospettiva: «I nostri figli saranno gli italiani di domani e dobbiamo lavorare per favorire l'integrazione, conoscendo le diversità, ma valorizzando i tratti comuni, che sono ormai tantissimi. Dobbiamo scongiurare di creare una generazione che si senta senza patria. I nostri ragazzi non sono riconosciuti come italiani anche per l'immigrazione incontrollata»...
Ultimo aggiornamento: 13:56
© RIPRODUZIONE RISERVATA «È necessario che si faccia un distinguo da quelle che sono le vicende umane e personali, anche terribili, di pochi, rispetto alla quotidianità della stragrande maggioranza - aggiunge Nadif -: si rischia di far passare nei confronti dei discenti, che non hanno strumenti adeguati per elaborare questo tipo di informazioni, un messaggio sbagliato, cioè che tutti gli stranieri sono uguali. Ragazzi giovani che attendono, senza lavorare, un permesso di soggiorno, fuggiti da chissà dove». Per il presidente di Nuova generazione Friuli bisogna invece ribaltare la prospettiva: «I nostri figli saranno gli italiani di domani e dobbiamo lavorare per favorire l'integrazione, conoscendo le diversità, ma valorizzando i tratti comuni, che sono ormai tantissimi. Dobbiamo scongiurare di creare una generazione che si senta senza patria. I nostri ragazzi non sono riconosciuti come italiani anche per l'immigrazione incontrollata»...