Festival Mosart, sonora bocciatura degli operatori: «Un flop»

Martedì 1 Ottobre 2019
Festival Mosart, sonora bocciatura degli operatori: «Un flop»
SPILIMBERGO - La 1. edizione del festival Mosart non ha portato la ricaduta turistica ed economica che il territorio si attendeva. Parola di numerosi cittadini, ma anche di operatori commerciali e pure di non pochi artigiani mosaicisti che operano nel settore. Secondo le impressioni raccolte il giorno dopo la rassegna i principali aspetti negativi riguardano la scarsissima presenza di visitatori - fatta eccezione per i passeggeri del treno storico - la misera quantità di mosaico in giro per la città, ma anche una comunicazione quasi illeggibile. «Non sono stati coinvolti gli architetti, gli artigiani, non c'è una vera festa del mosaico, solo un tentativo, mal riuscito, di elevare la manifestazione a cult facendo, in peggio, quasi le stesse cose delle edizioni passate, che sono state rinnegate anche in conferenza stampa - ha fatto sapere uno degli operatori del settore -  Art&mosaico ha invece sempre portato colore, competenze, iniziative, rete, dove gli spilimberghesi hanno lavorato assieme con budget ridotti, ma facendo arrivare e partecipare la gente. Se la cifra di 130 mila euro per l'edizione di quest'anno della manifestazione corrispondesse al vero, ci sarebbe una seria riflessione da fare». Gli spilimberghesi hanno anche sottolineato come all'inaugurazione della mostra di palazzo Tadea ci fosse al massimo una ventina di persone.

Alcuni lati positivi sono tuttavia stati messi in evidenza: la grande esse in piazza Garibaldi, un progetto in itinere (anche se ricorda Pordenonelegge, è la critica di qualcuno), il mosaico a vista sui tigli di viale Barbacane, le visite a tema guidate gratuite degli Accoglitori di città, quelle alla Scuola del Mosaico, che rappresenta sempre un momento irrinunciabile per chi intende conoscere davvero l'arte musiva. Restano preminenti i dubbi: «Ma dov'è il colore, oltre alla chiesa di San Giovanni che espone i materiali e alla galleria della scuola? Dove sono le persone che lavorano il mosaico? Dove sono i laboratori aperti come accade per i coltelli di Maniago? - si sono domandati cittadini e operatori del settore -. Dove può un cittadino qualunque avvicinarsi e, perché no, anche acquistare una piccola opera in mosaico?». Per spiegare le perplessità valgano le domande dei passeggeri del treno storico: «Chiedevano dove fosse il festival, nel senso di espositori, laboratori, bancarelle - hanno concluso i residenti -: in generale c'è stato un po' di movimento in più rispetto al solito, ma siamo lontani dai grandi numeri che servono per chiamarlo festival. Domenica pomeriggio, infine, in corso non c'era proprio nessuno».
Lorenzo Padovan
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Ultimo aggiornamento: 11:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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