25 Aprile, l'Anpi al sindaco Ciriani: «Le scuse? Nessuno lo ha offeso»

Lunedì 31 Ottobre 2022 di Loris Del Frate
In piazza il 25Aprile il sindaco Ciriani e poco distante il presidente dell'Anpi Loris Parpinel
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PORDENONE - Ancora spallate tra il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani e il presidente dell’Anpi, Loris Parpinel sulla giornata che il Comune vorrebbe istituire per ricordare i morti del regime comunista. Dopo che il sindaco Ciriani ha chiesto all’Anpi le scuse per aver definito la sua amministrazione di “estrema destra” e aver anche spiegato che lo stesso sindaco “fatica a rinnegare il periodo fascista”, replica a stretto giro di posta il presidente dei partigiani che di scuse non ne vuole proprio sentir neppure parlare.
 

I PARTIGIANI 
«Evidentemente il sindaco non ha neppure letto con attenzione quello che gli ho detto - attacca Loris Parpinel - e questo è già un primo indizio che potrebbe far supporre che si è creato l’alibi per non partecipare alla manifestazione del 25 Aprile. Così come ci sono altri sospetti che mi portano a pensarla in quella maniera anche perchè non c’è proprio alcun motivo per cui Ciriani debba mancare alla festa in piazza. Del resto - va avanti - non sarebbe neppure la prima volta. Posso dire di più. Ricordo che quando una parte della piazza lo fischiava, sono stato io a chiedere a tutti di non farlo più. Ho espressamente spiegato che in quel giorno si deve applaudire, non fischiare. Da allora nessuno lo ha più fatto».
 

LA GIORNATA
Ma c’è un altro sassolino che il presidente Anpi vuole togliersi dalla scarpa. «È fuori luogo e senza senso istituire una giornata per i morti del comunismo. Sia chiaro - mette le mani avanti Parpinel - non vuol dire che il regime comunista non abbia causato morti, ma è una storia che non appartiene all’Italia. Qui da noi non c’è mai stato un regime comunista, mentre, invece, ce n’è stato uno fascista che ha causato circa un milione di morti. Non vedo poi perchè Ciriani si sia offeso quando ho parlato di estrema Destra. Il suo partito è la parte estrema, a destra, della coalizione di cui fanno parte Lega e Forza Italia. Non ho parlato di Destra extraparlamentare. Probabilmente facendo fatica a riconoscere il fascismo come male assoluto, il sindaco mette sullo stesso piano il comunismo. Ma questo è falsare la nostra storia: per fortuna non ci sono stati in Italia regimi comunisti. Aggiungo - conclude il presidente Anpi - che le posizioni estreme non hanno alcun senso. Non essere in piazza il 25 Aprile è sbagliato: lui è il sindaco di tutti».
 

GLI ALTRI
Che la polemica tra i due sia ostica lo dimostra il fatto che altri personaggi politici se ne stanno alla larga. Il presidente Massimiliano Fedriga ha declinato ogni richiesta di intervenire, così come il segretario regionale della Lega, Marco Dreosto che sull’argomento non ha dubbi. «No, grazie, preferisco starne fuori» spiega.

Cauto anche il neo segretario regionale del Pd, Renzo Liva. «Suggerirei a tutti di abbassare i toni anche perchè se oggi possiamo andare in piazza e se sempre oggi, democraticamente e legittimamente al governo c’è Giorgia Meloni, lo dobbiamo al 25 Aprile giorno in cui è stata conquistata la democrazia. Aggiungo che ognuno è libero e responsabile di fare e dire, ovviamente nel limite del lecito, quello che ritiene, ma è innegabile che il 25 Aprile sia la festa della libertà. Per tutti».

Ultimo aggiornamento: 07:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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