Siap (Gruppo Carraro), taglio
degli stipendi per salvare 350 posti

Giovedì 21 Gennaio 2016 di Davide Lisetto
Lo stabilimento
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MANIAGO - Alla Siap di Maniago (storica azienda metalmeccanica specializzata nella produzione di componenti per macchine agricole che fa capo al gruppo veneto Carraro) la società ha presentato la "cura" da cavallo funzionale a rimettere in carreggiata finanziaria il gruppo industriale che conta diverse aziende in Italia e stabilimenti anche in Brasile e in India: complessivamente oltre 2.500 addetti, circa 350 sono quelli che lavorano nella fabbrica in provincia di Pordenone.
La richiesta - si tratta di mettere mano al contratto aziendale con una riduzione di stipendio che potrebbe toccare il 20% in tutte le realtà produttive del gruppo che ha sede a Campodarsego (Padova) - arriva proprio nel bel mezzo della vertenza nazionale per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Rinnovo contrattuale - oggi il quarto incontro nella sede romana di Confindustria si è chiuso con un rinvio al 28 gennaio - che prevede proprio il potenziamento degli accordi di secondo livello: quello che la Carraro vuole "tagliare". Nella "ricetta" del vertice societario volta a fare uscire il gruppo dalla crisi finanziaria in cui si trova al primo posto la riduzione del costo del lavoro. Tradotto: il taglio dei salari per i dipendenti da conseguire attraverso provvedimenti di diverso tipo. Una misura della quale i lavoratori della fabbrica maniaghese - riuniti nei giorni scorsi in assemblea con i sindacati provinciali di Fim, Fiom e Uilm - non vogliono sentire parlare. Anche perché la loro fabbrica (per circa il 60% lavora per clienti extra-gruppo Carraro) sta andando bene. Tanto che nell’ultimo anno si sono fatte anche delle assunzioni di personale. E in alcuni reparti si lavora con il ciclo continuo, quindi di notte e anche i sabati. È per questo che il sindacato delle "tute blu" dice no alla modifica del premio di risultato mettendo mano alla contrattazione aziendale di secondo livello. Le altre misure chieste dall’impresa riguardano poi lo stop agli straordinari se non concordati e il via libera allo smaltimento delle ferie e dei permessi. Misure che complessivamente - secondo l’impresa - potrebbero portare a una riduzione dei salari inferiore al 5 per cento. Il sindacato è però meno ottimista. «La riduzione potrebbe pesare fino al 15-20% del salario». La trattativa si annuncia piuttosto spinosa.
Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 08:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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