Pronto Soccorso: troppi accessi in codice bianco sfuggono al pagamento del ticket

Tra pazienti furbi ed esenzioni per diagnosi "volutamente" errate, nelle casse dell'Azienda Sanitaria vengono a mancare migliaia di euro

Giovedì 5 Ottobre 2023 di Marco Agrusti
Pronto Soccorso: troppi accessi in codice bianco sfuggono al pagamento del ticket

C’è un grande buco “invisibile” nei conti della sanità del Friuli Venezia Giulia. E sarebbero soldi preziosi da reinvestire poi a beneficio degli stessi soggetti che volontariamente o no questo buco contribuiscono a crearlo, cioè i pazienti. In migliaia di casi in tutto il territorio regionale, infatti, sfugge al sistema di controllo il pagamento del ticket sanitario al Pronto soccorso. Si tratta della “tassa” (volutamente tra virgolette, in quanto la norma parla di compartecipazione alla spesa) che si deve corrispondere al sistema sanitario regionale in determinati casi. Ad esempio quando il paziente entra ed esce dal Pronto soccorso con un codice bianco, quindi in condizione di minima gravità clinica.


COSA SUCCEDE
Si prenda ad esempio l’Azienda sanitaria del Friuli Centrale.

I dati a bilancio relativi al ticket per il Pronto soccorso sono in costante calo. Nel 2020 gli ospedali dell’area udinese avevano incassato più di 80mila euro alla voce ticket del Pronto soccorso. Una cifra scesa di più di 10mila euro nel 2021 e di più di 20mila euro l’anno scorso. Un trend in continua picchiata. Numeri simili per quanto riguarda l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Nonostante l’aumento del ticket sulle prestazioni ambulatoriali, infatti, il totale fa segnare un “meno” di quasi il due per cento. Ed è figlio della situazione dell’emergenza-urgenza. 


LE MOTIVAZIONI
Ci sono due aspetti del problema. E lo confermano le voci (si omette la fonte per tutelare la professione delle persone intervenute) interne al sistema sanitario locale. Da un lato sono sempre di più i pazienti che il ticket del Pronto soccorso non lo pagano. Escono dal triage con un codice bianco ma “dimenticano” di fermarsi alla cassa. E il sistema di recupero crediti fatica a mettersi in moto. Ma c’è anche un secondo problema ed è ancora più intricato. Nonostante i richiami della direzione centrale e delle singole direzioni delle Aziende sanitarie, infatti, a giocare un ruolo deterrente molto importante è la costante minaccia di ricorsi o reclami da parte di pazienti sempre più intolleranti. «Molti medici di Pronto soccorso - è quanto si apprende - preferiscono evitare di trovarsi sommersi da tutta una serie di procedure di reclamo. E proprio per allontanare questo pericolo - spiega un professionista dell’emergenza-urgenza - anche in caso di accesso e uscita in codice bianco preferiscono affibbiare al paziente un codice verde». 


LA PROCEDURA
È semplice: con un codice verde scatta l’esenzione rispetto al pagamento dei circa 20 euro richiesti per un accesso in minima gravità, cioè in codice bianco. Un paziente che viene dimesso dal Pronto soccorso (senza un ricovero, altro dettaglio importante, nonché senza un trauma simile nel recente passato) in codice bianco è soggetto al pagamento del ticket. Un paziente con un codice superiore, invece, è automaticamente soggetto all’esenzione.
Ma il pagamento del ticket per i codici bianchi servirebbe soprattutto ad altro. Non è tanto il lato economico a pesare, in questa vicenda. La “barriera” economica dovrebbe essere utile soprattutto a scoraggiare i cosiddetti accessi impropri al Pronto soccorso. Si tratta nel dettaglio di pazienti che si presentano al triage dell’emergenza-urgenza pur in presenza di patologie assolutamente gestibili dal proprio medico di base. È una vera e propria piaga, resa ancora più severa dagli accessi finalizzati all’ottenimento di prestazioni che altrimenti con il percorso ordinario richiederebbero mesi di attesa. 
«Faremo una verifica puntuale», ha ribattuto il direttore generale dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale parlando proprio del problema legato al pagamento del ticket del Pronto soccorso. 

Ultimo aggiornamento: 16:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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