Manca personale, emergenza
in corsia: ospedali al collasso

Venerdì 28 Giugno 2019 di Alessandra Betto
Manca personale Ospedali al collasso
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PORDENONE - Ospedali al collasso per carenza di personale.  E le ferie hanno amplificato i problemi. Scatta l'allarme in corsia. A Pordenone  situazioni critiche in Pronto soccorso, Chirurgie e Medicine. Al Cro il sindacato, se non saranno trovate soluzioni in tempi brevi è pronto a chiedere un incontro urgente al prefetto. Una situazione complicata, dunque, che rischia di mettere in seria difficoltà i servizi e gli utenti.  Il primo segnale delle difficoltà è legato all'allungamento dei tempi di attesa e al trascinamento degli interventi chirurgici programmati.  Servizi essenziali garantiti, vacanze del personale assicurate, ma basta una malattia o un altro tipo di assenza imprevista di un lavoratore della sanità per mettere in ginocchio un reparto o a rischio l’erogazione di un servizio. È un castello di carte precario quello su cui regge l’ossatura del “Piano ferie 2019” dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 5 Friuli Occidentale. Le difficoltà riguardano maggiormente infermieri e operatori sociosanitari, ma non risparmiano medici, amministrativi e tecnici. Se durante tutto l’anno si corre perché gli organici sono ridotti all’osso, in estate i carichi di lavoro aumentano ancora di più, in quanto le ferie (in genere il minimo sindacale: le 2 settimane) sono un diritto inalienabile, ma la coperta è troppo corta.
I SERVIZI
Le emergenze non subiscono alcuna ripercussione, ma tutti gli altri servizi sono a rischio e per il personale infermieristico anche quest’anno si deve ricorrere ai lavoratori Rar (risorse regionali aggiuntive, ndr) per sopperire alle carenze. Il risultato è simile in tutte le strutture ospedaliere della provincia: chiusi alcuni reparti e tagliati i posti letto; gli interventi non urgenti vengono programmati più avanti; il tempo di attesa per certi servizi è decisamente lievitato ed è più facile aver a che fare con personale preparato, disponibile, qualificato, ma estremamente affaticato che non sempre riesce ad accogliere il paziente con un sorriso.
LE AMBULANZE
In qualche caso le ambulanze viaggiano “alleggerite” di parte del suo equipaggio: quando il personale serve altrove, a bordo salgono soltanto 2 professionisti al posto di 3, nonostante si tratti di codici alti. «Purtroppo la situazione è critica e da anni si ripete il medesimo copione visto che Regione e Aas 5 non hanno fatto abbastanza anche questa volta per evitarlo – precisa Salvatore Montalbano, segretario provinciale della Funzione Pubblica Cisl – fino a dicembre non saranno pronte nemmeno le graduatorie nuove dalle quali attingere per assumere infermieri. Questo ritardo è imbarazzante e grave. Se non fosse per i Rar, che prolungano il proprio orario o saltano il riposo, non so dove si andrebbe a finire. È sufficiente che manchi una o due persone per mettere a rischio il funzionamento di un reparto o l’erogazione di un servizio. Siamo a un passo dal collasso. Eppure ogni anno sappiamo che si va incontro al rebus ferie».
LE CRITICITÁ
«I settori che registrano le maggiori sofferenze sono Pronto Soccorso, Emergenza, Chirurgia e tutte le sale operatorie. Anche per i medici non è facile: mancano professionisti, le università persistono con il numero chiuso, si richiama in servizio i pensionati e i giovani medici scappano all’estero per trovare lavoro. Fino a ora il palco ha retto grazie al senso del dovere espresso dai sanitari, inclusi amministrativi, tecnici e ausiliari. Non può durare per sempre così». Fino a oggi (ieri per chi legge, ndr), la giornata più calda dell’anno, il sistema non è andato in tilt, ma domani non si sa: «Le ferie vengono garantite al minimo contrattuale, ossia le due settimane in estate, ma basta poco per far cadere il palco – spiega Pierluigi Benvenuto, responsabile Cgil Sanità provinciale – l’equilibrio è instabile: se si assenta un lavoratore, il sistema entra in crisi. Penso ad esempio al Reparto dialisi, in cui la domanda di prestazione è alta, ma gli organici sono contati, durante l’anno e peggio ancora in estate. Complessivamente si è recuperata qualche unità riducendo i posti letto nelle chirurgie e spostando i lavoratori in altri reparti a seconda della necessità, ma serve ben altro. Un piano organico e tempestività di intervento».
Alessandra Bett

Ultimo aggiornamento: 09:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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