Gli infermieri escono dall'università e scatta la "guerra" tra gli ospedali. Ma i nuovi laureati non bastano

Sabato 29 Ottobre 2022 di Camilla De Mori
Un'infermiera

“Guerra” a colpi di bandi fra le Aziende del sistema sanitario per contendersi i neolaureati in Infermieristica, ancor prima che gli studenti ottengano il bramatissimo pezzo di carta. Fra poco più di due settimane, nella sessione di novembre, all’ateneo friulano si laureeranno quasi 120 infermieri, che hanno seguito i corsi a Udine e Pordenone (ma la sede d’esame è unica ed è nel capoluogo friulano). Numeri più corposi rispetto al passato, ma che comunque fanno l’effetto di una goccia nel mare, di fronte alle esigenze degli ospedali (circa 755 in AsuFc e un centinaio in Asfo i profili mancanti, secondo i calcoli del Nursind), perennemente a caccia di queste figure per rimpolpare gli organici ridotti all’osso.

E tutto questo senza parlare delle strutture private, che pure sono pronte anche ad aprire di più i cordoni della borsa pur di garantirsi dei professionisti della salute così ricercati.


GLI AVVISI


Fra Udine e Pordenone è un fiorire di bandi e concorsi. L’Azienda regionale per il coordinamento della salute, al Nursind, che aveva minacciato di riattivare lo stato di agitazione nella centrale operativa Sores, falcidiata da dimissioni e richieste di mobilità, ha promesso un concorso (Arcs è l’unica che può farne, con graduatorie poi valide per tutti), subito dopo la sessione di laurea del corso di Infermieristica, proprio per intercettare i neodottori. L’Azienda Friuli Centrale, che già ad aprile aveva approvato un bando aperto (in scadenza il 31 dicembre) per raccogliere le manifestazioni di interesse di aspiranti infermieri (categoria D) per dei contratti a tempo determinato, visto che «il numero di partecipanti risulta largamente insufficiente alla copertura del fabbisogno delle strutture aziendali», ha fatto una correzione in corsa, integrando l’avviso per aprire la partecipazione al fotofinish anche ai neolaureati che dovessero conseguire il titolo abilitante entro il 31 dicembre 2022 (o comunque entro il trentesimo giorno successivo alla scadenza del bando), nel tentativo di reclutare più persone possibili, anche per far fronte alla recrudescenza autunnale del Covid. In AsFo, poi, dopo la sessione di laurea di Infermieristica, gli infermieri attendono un bando per contratti a tempo determinato di tre anni in attesa del concorso.


IL CORSO DI LAUREA


«Dicono a ragione che non abbiamo disoccupati. I nostri laureati sono ricercatissimi. Le offerte sono molteplici. M a fino a quando non sono iscritti all’Albo non possono lavorare», nota Alvisa Palese, presidente della Conferenza permanente dei Corsi di laurea e laurea magistrale delle professioni sanitarie. «Alla sessione di novembre (con la prova a valenza applicativa il 14 in viale Ungheria 20 a Udine e la discussione delle tesi il 15, 16 e 17 novembre sempre a Udine ndr) abbiamo 120 iscritti. Forse potrebbe esserci qualche defezione, ma questo è stato un anno molto produttivo. L’anno scorso avevamo 94 laureandi». Un incremento dovuto anche all’aumento dei posti in partenza per cercare di soddisfare i fabbisogni regionali. «Fino a due anni fa avevamo meno posti. L’ateneo ha fatto sforzi importanti e oggi a Udine abbiamo accolto 105 matricole, mentre prima ne avevamo 94-95, mentre per la sede di Pordenone abbiamo 85 studenti, mentre fino a due anni fa avevamo solo 45 posti. Negli ultimi tre anni la numerosità degli studenti che sono attesi alla laurea sta via via crescendo». Proprio per venire incontro alle esigenze del sistema sanitario, spiega Palese, «quest’anno abbiamo fatto anticipare la sessione di laurea. Di norma li laureavamo l’ultima settimana di novembre o la prima di dicembre. Adesso, per consentire loro di procedere all’iscrizione all’Albo ed entrare nel mondo del lavoro, ci siamo impegnati ad anticipare di quindici giorni, in accordo con gli studenti e i docenti».

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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