PORDENONE/UDINE - Non sarà un 2024 semplice sotto l'aspetto dell'economia regionale, soprattutto i primi sei mesi visto che il resto dell'anno l'orizzonte per le imprese del Friuli Venezia Giulia potrebbe essere migliore. Di sicuro chi l'anno lavorativo non l'ha ancora iniziato sono i lavoratori della Savio che dopo le ferie natalizie e quelle relative al nuovo anno, non sono rientrati nello stabilimento di via Udine. E non rientreranno almeno sino al 29 gennaio, data in cui dovrebbe terminare il periodo di cassa integrazione che si sta ripercuotendo proprio sul settore produttivo. Non è da escludere, però, che vengano chieste nuove ore di cassa, anche se a fine mese la fabbrica pordenonese riaprirà i battenti. Savio in questo momento sta patendo in particolare i problemi delle guerre che sono in corso e che frenano la vendita di macchine tessili. Se a questo si aggiunge la questione sindacale che interessa l'azienda pordenonese, il quadro è sufficientemente chiaro per capire che la situazione resta tesa.
I RISCHI MAGGIORI
Tutte le altre imprese che operano sul territorio della provincia di Pordenone sono già state riaperte nella maggioranza dei casi lunedì scorso, dopo la festa dell'Epifania. All'Electrolux di Porcia, in attesa del confronto che si terrà il 17, giorno nel quale sarà comunicato il numero degli esuberi che riguarderà il gruppo italiano del colosso svedese, il lavoro è ripreso sulle sei ore al giorno, mentre due sono coperte dai contratti di solidarietà.
LE ALTRE IMPRESE
C'è un'altra realtà che preoccupa il mondo sindacale perchè oltre al settore legato alla crisi è parsa evidente pure la necessità di migliorare la produzione e quindi di investire sulla tecnologia per evitare di rincorrere i concorrenti che su questo fronte si sono rinforzati. Stiamo parlando della Zml, che sconta ancora diverse ore di cassa integrazione sino al 14, giorno in cui scadono i termini. L'azienda ha comunque già comunicato che saranno chieste altre ore in attesa dell'incontro che si terrà il 24 gennaio. Ci sono anche altre tre realtà pordenonesi che si stanno misurando con la cassa integrazione e i contratti di solidarietà. Si tratta della Nidec per quanto riguarda la produzione dei motori per lavatrici. Sono rientrati lunedì al lavoro, ma l'azienda ha già comunicato la richiesta di nuove ore di cassa integrazione per il 2024 e stessa cosa vale per la Maschio Gaspardo in quanto il mercato sta segnando già da tempo un freno di vendite della macchine agricole in particolare Russia, Ucraina ancora in guerra. Infine la Jacuzzi prosegue con i contratti di solidarietà dopo che il lusso ha avuto una frenata già da diversi mesi.
I SINDACATI
Concordano sul futuro economico Gianni Piccinin e Simonetta Chiarotto, rispettivamente segretari provinciali di settore di Cisl e Cgil. «I primi sei mesi saranno quelli più complicati. Poi dovrebbe esserci una ripresa». Prima, però, che da giocare la partita più dura, quella dell'Electrolux.