Rimpasto, troppe donne in giunta: il sindaco Ciriani boccia l'assessora proposta da Forza Italia

Ciriani: "Non posso farlo, sennò gli uomini scendono sotto il 40%"

Giovedì 27 Aprile 2023 di Marco Agrusti
Rimpasto, troppe donne in giunta: il sindaco Ciriani boccia l'assessora proposta da Forza Italia

PORDENONE - Ci sono sindaci che non sanno più da che parte girarsi, che per formare una Giunta dopo le elezioni sono costretti a "pescare" tra la popolazione (quindi tra i non candidati) solo per trovare una figura femminile da inserire nell'esecutivo e rispettare la norma sulla parità di genere.

E poi c'è Alessandro Ciriani, sindaco di Pordenone e fratello del ministro Luca. Lui ha il problema opposto, quello di garantire la quota minima maschile nella sua giunta. Tutto a causa di uno "sgambetto" nato nel pomeriggio del 25 aprile e firmato da Forza Italia, partito alleato che si è trasformato in fuoco amico.


I FATTI
Il 3 aprile Andrea Cabibbo è stato eletto in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia con Forza Italia. In Comune a Pordenone ricopriva il ruolo di assessore al Patrimonio. Si è dovuto dimettere per approdare alla corte di Massimiliano Fedriga in Regione e ha lasciato un buco. Una trattativa lunga, quella per il rimpasto, che ha spazientito il sindaco Ciriani ben prima della deflagrazione del 25 aprile. Il climax, però, è stato toccato proprio nel pomeriggio del giorno della Liberazione: Forza Italia ha proposto il nome di Mara Piccin, ex consigliera regionale. Un profilo che a Ciriani non piaceva già prima per tutta una serie di ragioni - da quelle politiche ad alcune altre di natura tecnica -, ma non è questo il fulcro della storia. Un'altra figura femminile nella giunta retta dal sindaco di Pordenone e nata dal voto del 2021, infatti, farebbe "saltare il banco". Sì, perché si verrebbe a creare - e si tratterebbe di un caso più unico che raro - uno squilibrio di genere a favore della componente "rosa" dell'esecutivo.


LA NORMA
In Friuli Venezia Giulia vale una regola precisa, sancita dalla circolare 18 del 2014. Ogni giunta comunale deve rispettare un criterio: almeno il 40 per cento della sua composizione dev'essere rappresentato da uno dei due sessi. Una regola che per un processo di semplificazione semantica è stata accostata alle quote rosa, dal momento che la presenza maschile negli organi esecutivi dei Comuni allora era nettamente predominante. Quella quota del 40 per cento, però, non fa esplicitamente riferimento alla componente femminile: nemmeno quella maschile, infatti, può scendere al di sotto del livello minimo di rappresentanza stabilito dalla circolare.


L'INGHIPPO
Proprio a Pordenone, però, se l'ormai ex assessore comunale Andrea Cabibbo fosse sostituito da Mara Piccin - nome caldeggiato da Forza Italia -, il principio stabilito dalla circolare verrebbe meno. L'esecutivo che si trova ad avere in mano il sindaco Alessandro Ciriani, infatti, è composto da una maggioranza al femminile: escluse la figura del primo cittadino e quella del consigliere delegato Stefano Rossi (tecnicamente, quindi, non un membro della Giunta), gli uomini rimasti al governo dell'ente sono solamente due: Walter De Bortoli e Alberto Parigi, quest'ultimo anche vicesindaco. L'ingresso di una donna al posto del dimissionario Cabibbo porterebbe la quota maschile al di sotto del 30 per cento. Quindi ai margini esterni della norma regionale. «A quel punto - ha commentato il sindaco Alessandro Ciriani - avrei solo una scelta: rimuovere un altro assessore di sesso femminile. Cosa che non vorrei assolutamente fare. In caso contrario, se scendessi al di sotto della rappresentanza del 40 per cento per la componente maschile, rischierei di vedere la mia delibera di nomina impugnata». In uno strano "ring" con gli uomini messi all'angolo.

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