PORDENONE - Processi, pignoramenti, ipoteche: gli allevatori di vacche in Fvg sono in ginocchio a causa dei procedimenti avviati nei loro confronti per lo sforamento delle quote latte.
Attualmente abbiamo complessivamente poco più di 500 aziende zootecniche in attività, di cui il 40% con una produzione lorda variabile annua derivata dal latte inferiore, in valore, ai 30mila euro. Una fotografia chiara, ma quanto mai preoccupante, su cui ha influito pesantemente la vicenda dell'iniquo sistema delle quote latte - ancora irrisolta - e che ha contribuito alla chiusura delle stalle con molti allevatori che hanno deciso di resistere per principio e con altri che si sono arresi. Da ottobre più di 150 aziende zootecniche friulane si sono viste notificare una serie di atti esecutivi, quali pignoramenti di crediti presso terzi di ogni natura, di tutti i conti correnti, iscrizioni di ipoteche sui beni mobili ed immobili delle aziende e dei loro titolari, assieme al sequestro del quinto degli stipendi. Secondo Cospalat la situazione è precipitata ulteriormente nelle ultime settimane: oltre all'invio a tappeto di cartelle si è avviata immediatamente l'esecuzione e il pignoramento dei conti correnti, lasciando gli allevatori senza un euro. Per arginare per quanto possibile il tracollo delle imprese e degli allevatori coinvolti, sono state depositate al Tar le richieste di sospensione dei pagamenti, considerando che l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura non ha rispettato i dettati imposti dalla Corte di giustizia europea, con le sentenze che impongono allo Stato italiano di rideterminare gli importi delle sanzioni stabilite ai produttori. In conclusione il rischio è quello di ritrovarci fra qualche anno senza stalle e quindi senza latte. Un patrimonio assolutamente da tutelare, una vicenda che va conclusa nel minor tempo possibile per permettere alle poche aziende zootecniche rimaste di concentrarsi sulla ripartenza, sul coinvolgimento delle nuove generazioni, con un piano di rilancio.