Pozzo artesiano, cosa dice l'esperto: «L'acqua sicura si trova solo a più di 180 metri»

Mercoledì 28 Giugno 2023 di M.A.
Lucio Bomben

PORDENONE-UDINE - A che quota si può pescare l'acqua e considerarla sicura? È ancora una garanzia un pozzo artesiano a più di cinquanta metri di profondità? Una volta si pensava che la risposta alla seconda domanda fosse positiva. Le ultimissime analisi, invece, dicono che le cose non stanno assolutamente così. Anzi, secondo i principali esperti ormai si deve scavare «fino a 180 metri di profondità per trovare acqua non contaminata da sostanze nocive figlie delle cattive abitudini di molti decenni fa». Parola di Lucio Bomben, direttore del dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale.

IL NODO

Il problema è che in Friuli Venezia Giulia ci sono ancora troppi paesi che non hanno la possibilità di garantire ai cittadini che vi abitano un allacciamento sicuro all'acquedotto. Qualche esempio, non di poco conto. San Vito al Tagliamento (più di 15mila abitanti) e il suo circondario oppure Zoppola, Fiume Veneto, tutti paesi che devono ancora oggi fare affidamento solamente sui pozzi artesiani.

E sono innumerevoli anche i comuni che si trovano nella stessa situazione anche in provincia di Udine. «In tutti gli incontri che facciamo con la popolazione - spiega sempre Lucio Bomben dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale - invitiamo chiunque ne abbia la possibilità ad allacciarsi in fretta agli acquedotti. Si tratta - prosegue l'esperto - di acqua molto più controllata. Facciamo un esempio, quello di via San Daniele a Pordenone. A fianco dell'acquedotto - va avanti Bomben - sono posizionati quattro grossi cilindri alti circa dieci metri: sono filtri che funzionano grazie ai carboni attivi, elementi che bloccano l'atrazina e i suoi metaboliti. Inoltre - prosegue l'esperto - gli acquedotti subiscono un doppio controllo: da parte dell'ente gestore ma anche da parte nostra, cioè dell'Azienda sanitaria». La stessa cosa avviene ovviamente in provincia di Udine, a cura della prevenzione dell'Azienda sanitaria del Friuli Centrale. «Si controllano le prese e anche le reti di distribuzione», testimonia sempre il responsabile della prevenzione nell'ambito dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale.

I PROBLEMI

E dove non è possibile allacciarsi all'acquedotto? «La situazione in quei casi è decisamente critica - è la preoccupazione di Bomben - perché le abitazioni private in molti casi pescano l'acqua a trenta-quaranta metri». Una quota che al giorno d'oggi non è assolutamente considerata sicura, proprio per una presenza diffusa di inquinanti testimoniata bene anche dall'ultimo rapporto firmato dall'Arpa. «Le analisi - conclude sempre Lucio Bomben - le facciamo prima che gli inquilini entrino ufficialmente in casa, dopodiché però non possiamo compiere sopralluoghi in una proprietà privata, come invece avviene a cadenza regolare nel caso degli acquedotti».

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