«Non abbattete le vecchie mura
della città». Petizione e proteste

Sabato 27 Ottobre 2018 di Lara Zani
Il vecchio muro che i residenti vogliono difendere
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 PORDENONE -  I residenti dicono no all’apertura di un varco nelle antiche mura in fondo a vicolo del Lavatoio, dietro il Duomo, e dopo che lo scorso 10 ottobre il Comune ha rilasciato una autorizzazione paesaggistica ordinaria all’impresa Battistella spa per la realizzazione di unità residenziali nell’area ex Tomadini hanno deciso di rivolgersi a un avvocato per salvare - anche interpretando quella che ritengono la volontà di molti cittadini pordenonesi - quelle mura.  Primo passo, la richiesta di riconoscimento di un vincolo monumentale diretto sulle mura ed, eventualmente, un ricorso al Tar. Una prima petizione, con 158 firme, era già stata consegnata nel mese di aprile del 2017. Da allora, dopo che circa un anno fa è stato concesso il cambio di destinazione d’uso dell’area, da finalità culturali a uso residenziale, sono arrivate anche l’autorizzazione per vincolo indiretto da parte della Sovrintendenza e, come detto, l’autorizzazione paesaggistica del Comune. Per poter avviare i lavori manca dunque solamente il permesso per costruire. Ed è per questo che i condomini degli edifici che si affacciano su vicolo del Lavatoio si sono rivolti all’avvocato pordenonese Emilio Caucci, socio dello studio legale BM&A di Treviso, affidandogli l’incarico di agire in difesa del muro.
IL VINCOLO
Il primo nodo da affrontare è quello del vincolo al quale sono sottoposte le storiche mura, che segnano da sempre il confine fra città alta e città bassa e che, secondo i condomini, possiedono ampiamente i caratteri storici che le rendono un bene culturale, come attesta un’approfondita relazione frutto di lunga e appassionata ricerca negli archivi, anche ecclesiastici, consegnata al Comune e alla Sovrintendenza. Il muro, tuttavia, sarebbe attualmente sottoposto a solo vincolo monumentale indiretto di rispetto del Duomo concattedrale di San Marco. “Una memoria storica – è il commento dell’avvocato Caucci - non dovrebbe essere lasciata all’iniziativa di cittadini senza potere, o al giudizio pur autorevole di un Tar. Questo lacerto di mura necessiterebbe infatti di cura e attenzione da parte di tutti. A cominciare dal Comune. Come accadeva una volta”. Stando agli archivi, per esempio, nel 1820 il Commissario di Governo austriaco ordinò alla deputazione comunale di sospendere immediatamente la demolizione delle mura. Per venire ai giorni nostri, negli anni Novanta, proprio all’epoca del recupero urbanistico unitario delle due aree “Tomadini” e “Pavan”, il Comune e la Regione raccomandarono la più assoluta conservazione e la continuità di percezione del fronte delle mura. Tutta la documentazione è stata inviata alla Sovrintendenza. “Evidentemente – prosegue l’avvocato - i tempi, le persone e le sensibilità sono cambiati. Il contesto è plurivincolato e tuttavia l’attuale amministrazione, forse contando su autorizzazioni o pareri che la Sovrintendenza ha reso sotto altri profili, estranei al pregio intrinseco delle mura, sembrerebbe disposta a rilasciare un permesso di costruire esteso all’apertura di quest’unico tratto integro di mura cittadine rimasto intero e a concedere così un secondo accesso carraio alla ex proprietà Tomadini, oggi Battistella. Una simile scelta, oltre a contraddire le decisioni e le attenzioni del passato, verrebbe assunta nella consapevolezza che la proprietà Tomadini, oggi divisa in due, doveva avere ed ha tuttora una servitù di accesso altrove, cioè su via San Marco. Tale accesso primario esiste fisicamente e, checché ne dica la società Battistella, può e deve essere sfruttato, come ha prescritto il progetto fondativo degli anni Novanta, senza pretendere di sfondare mura storiche da sempre chiuse e di far transitare altri veicoli e altro traffico sullo strettissimo vicolo del Lavatoio. Mi auguro che l’amministrazione, con i suoi Uffici che so composti di persone preparate, trovi il modo di ripensarci e riflettere su alternative più che possibili”.
Ultimo aggiornamento: 13:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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