Gli incidenti in autostrada fanno più rumore.
I NUMERI
Il distacco è impressionante, così come lo è la situazione che riguarda il tratto più complicato della statale 13, cioè quello pordenonese. Si parta però dal quadro generale: lungo la Pontebbana nel 2021 sono stati registrati 133 incidenti stradali. Per fare un esempio, la seconda strada più pericolosa della nostra regione risulta essere la statale 14 della Venezia Giulia, che percorre il tratto meridionale del territorio regionale: nel 2021, in quel caso, gli incidenti sono stati 85. Sempre sulla Pontebbana si sono contate tre vittime. Zero lungo la statale 14. Per trovare l’autostrada A4 si deve andare fino al terzo posto, con 35 incidenti sul tratto friulano ma allo stesso tempo con cinque vittime della strada. Al quarto posto per pericolosità la “251” della Valcellina.
LA CARTINA
Si capisce bene di cosa si sta parlando se si dà uno sguardo alla mappa elaborata sempre dall’Aci nazionale con un focus dedicato al Friuli Venezia Giulia. La Pontebbana, specialmente nel suo tratto pordenonese, è colorato di rosso e di nero. Di rosso, nel dettaglio, in corrispondenza del capoluogo e di Sacile (3-4 incidenti in un anno) e di nero ad esempio in corrispondenza del nodo di Cimpello, dove sono stati registrati più di cinque sinistri in un solo anno. Un tratto in nero riguarda anche l’autostrada A28 nei pressi dell’uscita di Pordenone. Stessa statistica anche per la strada che da Opicina porta a Prosecco, ma in questo caso ci si sposta a Trieste.
I RITARDI
La Pontebbana attende da decenni la modernizzazione del suo tracciato. Il maxi-studio sull’asta della Pontebbana interessava sia la provincia di Pordenone che quella di Udine. Prevedeva investimenti e migliorie per 154 milioni di euro in totale. Comprende ancora - ma solo sulla carta, visto che i soldi non ci sono - lavori da eseguire in tre fasi: si partirebbe da piccole opere di messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali, per poi proseguire con le rotonde al posto dei semafori e con delle circonvallazioni (tra cui quella di Casarsa di cui si parla approfonditamente nell’articolo in piede di pagina) tese a deviare il traffico per non avvelenare i paesi che si affacciano sulla statale. I maligni allora avevano parlato di un “libro dei sogni”. Ora spetterà al nuovo governo, con in mano magari i dati dell’Aci, dimostrare che si sbagliavano.