Pediatra trovato morto in casa. Addio ad Alberto Coprivec, tutor dell'Unicef

Sabato 15 Gennaio 2022 di Mauro Rossato
Pediatra trovato morto in casa. Addio ad Alberto Coprivec, tutor dell'Unicef
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PORDENONE - Un omone dal fisico imponente, che quando prendeva tra le sue mani un neonato sprigionava grandissima tenerezza. Questo il ritratto del 73enne pediatra Alberto Coprivec, per anni colonna del reparto di Pediatria del Santa Maria degli Angeli, trovato senza vita nel suo appartamento di Porcia mercoledì scorso.

Originario di Monfalcone, si era laureato in Medicina all'Università di Bologna per poi specializzarsi in Pediatria a Trieste. Per oltre vent'anni aveva lavorato in via Montereale diventandone uno dei punti di riferimento. Ma Coprivec, nelle parole di chi lo aveva conosciuto in corsia e fuori, era molto di più che un bravissimo professionista. Una persona empatica e ricca di interessi. Una passione per i viaggi che lo aveva portato qualche anno fa ad intraprendere un avventuroso viaggio anche sulla Transiberiana. E che, una volta raggiunta la pensione, gli permetteva ancora di mettere al servizio degli altri, specialmente dei più deboli, la sua professionalità.


TUTORE

Era infatti un tutor e valutatore per l'Unicef per il quale si occupava di progetti di assistenza pediatrica. «Era una persona sopra la media, con una cultura di fondo che non molti hanno è il ricordo del direttore della Pediatria di Pordenone, Roberto Dall'Amico era sempre dalla parte degli indifesi. Non aveva mai una parola fuori posto e amava il proprio lavoro. È stato uno degli artefici della creazione dell'Ospedale Amico del Bambino (progetto Unicef che prevede standard assistenziali più elevati della media per madri e neonati, ndr) qui da noi. Progetto nel quale credeva, tanto da diventare, alla fine della sua carriera consulente dell'Unicef. Sei anni fa, quando ha raggiunto la pensione, se n'è andata una vera e propria colonna portante della nostra pediatria.

INSTANCABILE

Per l'Unicef girava l'Italia e formava e valutava il personale e le strutture degli ospedali che facevano richiesta di diventare Ospedale Amico del Bambino. «I ritorni che mi arrivavano sulla sua persona e sulla sua professionalità erano sempre eccellenti - afferma Dall'Amico -. Tutti erano felicissimi di lavorare con lui, come lo siamo stati tutti noi. Il legame che si era creato in corsia continuava ancora e ci si sentiva spesso. Era ricco di interessi e con lui non ci si annoiava di sicuro. Era una persona straordinaria e, mi creda, queste non sono parole di circostanza».


IL RICORDO

«Era una persona riservata e forse non avrebbe amato troppo le celebrazioni, ma credo sia giusto ricordare il suo incredibile valore è il pensiero del dottor Andrea Bordugo, che prima di trasferirsi a Verona ha lavorato in Pediatria a Pordenone con Coprivez dal 1993 al 2009 in questi anni abbiamo lavorato fianco a fianco ed è stato fondamentale nella mia formazione di giovane pediatra. Nonostante la distanza la nostra amicizia è continuata. Era una persona attivissima e ricca di interessi. Grazie a lui Pordenone è stata una delle prime in Italia ad ottenere il titolo di Ospedale Amico del bambino e lui era un riferimento per tutti coloro che volevano interessarsi delle dinamiche di supporto della coppia mamma/bambino. Faceva tenerezza vedere un uomo così alto ed imponente che quando aveva tra le braccia un bambino esprimeva una dolcezza infinita. In questi giorni, oltre ad un dolore insopportabile per la perdita, mi sto rendendo conto che noi siamo stati privilegiati, abbiamo potuto godere dell'amicizia e della ricchezza interiore di un uomo simile, che nell'ombra e senza troppo clamore, ha aiutato tantissime mamme e famiglie in difficoltà e si è fatto voler bene dalle persone che hanno condiviso un pezzo di vita con lui».

Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 10:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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