Crollano le nuove partite Iva in Friuli Venezia Giulia del 25 per cento nel 2022.
TERRITORI
La dinamica fortemente negativa che ha caratterizzato il Friuli Venezia Giulia è stata determinata dall’andamento della provincia di Gorizia, il peggiore in Italia (-2.419 unità, pari a -73,5%), dove nel 2021 si era verificata un’anomala crescita delle partite Iva aperte da soggetti non residenti, operanti nel settore del commercio online. Udine e Pordenone hanno infatti evidenziato delle flessioni molto più contenute (rispettivamente -8,6% e -2,8%) mentre l’area giuliana è stata una delle poche a livello nazionale dove si è verificato un incremento (+4%). In sostanza, dopo due anni eccezionali, il 2020 condizionato dalla pandemia e il 2021 dalla inconsueta dinamica della provincia di Gorizia, il numero di nuove aperture in regione è tornato a livelli analoghi a quelli del triennio 2017-2019.
UNDER 35
La diminuzione registrata nel 2022 in Friuli Venezia Giulia ha riguardato principalmente i soggetti non residenti (-96%), che erano aumentati in maniera anomala nell’anno precedente, e le persone fisiche (-189 unità, pari a -3%): queste ultime comprendono sia le ditte individuali, sia i lavoratori autonomi (inclusi i liberi professionisti), e costituiscono il 75% del totale. Per quanto riguarda le sole persone fisiche, nel 2022 il calo si è concentrato tra gli uomini (-192 aperture, pari a -4,9%): la flessione, inoltre, ha riguardato quasi esclusivamente gli over 50. Si può inoltre osservare che, negli ultimi anni, la quota di aperture effettuate da under 35 è tornata a crescere dopo il calo del periodo 2015-2016, sfiorando il 50% del totale nel 2020. Un andamento probabilmente favorito dalla possibilità di aderire al regime forfetario, che nel 2022 a livello nazionale ha riguardato quasi la metà delle nuove aperture. L’analisi dei dati in base al luogo di nascita mostra che, sempre tra le persone fisiche, una nuova partita Iva su quattro è stata avviata da un soggetto nato all’estero (1.543 su 6.084), in prevalenza in un Paese europeo non comunitario.
SETTORI
È il settore delle attività professionali scientifiche e tecniche quello in cui più frequentemente prendono avvio i percorsi di lavoro autonomo o imprenditoriale (1.520 nel 2022 in regione): il comparto comprende sia le libere professioni (notai, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti, ecc.), sia quelle attività non regolamentate da ordini professionali (pubbliche relazioni e comunicazione, consulenza gestionale, collaudi e analisi tecniche, pubblicità e ricerche di mercato, ecc.). Rispetto all’anno precedente si rileva un notevole calo nel commercio (-74,2%), dopo la fortissima espansione del 2021 di quello online: anche il comparto primario presenta una contrazione molto rilevante (-310 unità, pari a -32,2%) toccando il valore minimo dal 2011 a oggi. Nell’ultimo biennio (da 767 nel 2020 al 1.091 nel 2022) sono al contrario aumentate le aperture nell’edilizia, grazie ai notevoli incentivi esistenti. Infine, il comparto che comprende i servizi di alloggio e ristorazione, dopo l’intensa diminuzione causata dall’emergenza sanitaria, mostra un andamento positivo negli ultimi due anni, anche se i valori pre-pandemici sono ancora lontani (520 aperture in regione nel 2022, contro le 683 del 2019).
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