La città dei murales, sono già una trentina: una guida per sapere dove andare a vederli

Mercoledì 25 Agosto 2021 di Mauro Rossato
Il murales in piazzetta della pescheria inaugurato da poco

 PORDENONE - La città dei murales.

Di certo non può essere paragonata alle grandi capitali europee e suona quasi irrispettoso avvicinare le opere presenti in città alla profondità artistica di un Banksy, ma sicuramente quella della pittura murale o dello schizzo a bomboletta è un’arte apprezzata in riva al Noncello e sempre più utilizzata anche su sollecitazione istituzionale. Ma è possibile fare una sorta di mappa per organizzare un tour tra le opere più significative o famose presenti sui muri della città? 


GIULIO MASIERI
Di sicuro Giulio Masieri ha contribuito in maniera decisa negli ultimi mesi, facendo comparire in svariati luoghi diversi animali. L’idea di far riappropriare la natura, anche se disegnata, degli spazi urbani è stata una sensibilità comune durante i mesi di pandemia, se si considera che anche Gabriella Giandelli aveva proposto il suo “Bestiario” finito poi sulle bacheche di Cinemazero. In ogni caso Masieri ha iniziato con un gatto, dipinto sul muro del garage della propria abitazione in Via del Poz, al quale sono seguito un pesce rosso e un muso canino su una casetta degli attrezzi nella medesima location. Grazie alla collaborazione con l’associazione Torre è stato creato, sul muro della storica Tipografia Bianchettin, Ettore, un placido cagnolone. Gli ultimi nati sono due Barbagianni in via Nazario Sauro e si è dato il via al progetto “Anima le vie” che ovviamente gioca sul doppio binario linguistico. Sempre nel quartiere caro a Don Lozer si trova un maestoso dobermann. Si trova in Via Vittorio Veneto ed è “nato” per ricordare l’impresa di Ari e Jackie che proprio lì riuscirono ad evitare il concretizzarsi di uno stupro. L’Associazione Torre ha già annunciato nuovi interventi in città. Il prossimo ancora allo studio e in attesa di permessi verrà realizzato su una delle spallette del nuovo sovrappasso pedonale che attraversa Viale Venezia. Il murales viene sempre più visto come mezzo per riqualificare uno spazio urbano. 


MARTA LORENZON
In questo senso vanno interpretati la realizzazione da parte di Marta Lorenzon di “Dietro le quinte” sulle mura dell’edificio Ex Sip in Piazzetta Pescheria che raffigura un’attrice che si trucca per prepararsi ad entrare in scena, strizzando l’occhio all’adiacente Teatro Verdi. La stessa artista, per chi fosse curioso e volesse cercarlo, durante il lockdown ha realizzato “Respiro” sul muro di confine di una casa privata a Vallenoncello.


MATTIA GORTANI
La stessa idea di abbellimento degli spazi cittadini sta dietro anche al recente parcheggio di Viale Dante sui cui muri troneggia il bianco e nero di Mattia Gortani che ha realizzato un omaggio alla città che richiama le mappe storiche anche se è realizzato con dei moderni Tratto Marker. Ma già una quindicina di anni prima l’amministrazione Bolzonello aveva fatto uso dello stesso mezzo espressivo affidando a dei giovani writers il colorato abbellimento dei muri del sottopasso di Via Cappuccini. Dal 2015 in città c’è anche il progetto Urban Art promosso dall’associazione Ubik Art. Al momento sono stati realizzati quattro grandi interventi tutti su condomini. Il primo “Whispers” è opera di Alina Vergnano e campeggia sulla parete del condominio INCIS in Via Oberdan. A questo sono seguiti “Compass” di Mattia Lullini sul condominio Aurora in Via della Torre a Villanova e infine l’opera di Martina Merlini sul Condominio Luisa in Via Cappuccini, oltre al “Caos” di Geometric Bang sul condominio Platano della vicina Porcia. 


LO STORICO
La prima che segnaliamo è storica: si tratta del murale realizzato dal compianto Guido Cecere sulla facciata posteriore delle scuole Gabelli, quella che da su Viale Trento. E’ una realizzazione che spesso, purtroppo, passa inosservata e meriterebbe attenzione e anche un restauro. L’altra è il famosissimo “Gorilla Bianco” realizzato da Davide Toffolo sui trascurati e piuttosto grigi muri di Vicolo delle Acque, vero simbolo di libertà creativa, ma anche di lotta per affermare la validità del diverso. Non si può infine dimenticare il gatto di Sqon, pseudonimo di Andrea Alzetta, writer di Montereale Valcellina. Non mancano altre espressioni spontanee. Alcune di pregevole fattura si trovano anche all’interno dell’Ex Cotonificio di Torre che purtroppo si trova in condizioni fatiscenti ed è inagibile.

Ultimo aggiornamento: 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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