Finita nel frigorifero almeno sino a settembre la questione dell’hotspot regionale per concentrare i migranti della rotta balcanica in attesa che nella maggioranza venga trovata la quadratura del cerchio, sul territorio si sta registrando un fenomeno che non si vedeva da tempo.
FRIULI OCCIDENTALE
Siamo ovviamente ben lontani dai numeri di qualche anno fa quando la città era letteralmente invasa, ma adesso da dalla decina di persone che si contavano sino a due settimane fa, il numero di migranti a Pordenone è salito almeno a una trentina, forse quarantina. Si tratta di gruppetti che si collocano, soprattutto la notte a dormire nei parchi di San Valentino, al Galvani e in altre zone “nascoste del capoluogo”, per poi trovarsi insieme di giorno al San Valentino dove ci sono i bagni per darsi una lavata e programmare cosa fare. Quasi ogni girono, infatti, alcuni ripartono su altri percorsi visto che l’obiettivo principale è raggiungere la Germania, la Francia e i Paesi del Nord. Un altro punto di ritrovo, necessario anche per capire l’entità del fenomeno in crescita è quello della sede della Cri a Pordenone dove oltre a cibo e vestiario i nuovi arrivati ricevono anche cure se ne hanno bisogno. Anche a Udine in queste ultime settimane il numero degli arrivi è salito, non a caso ci sono stati nuovi ingressi alla Cavarzerani .
I BIVACCHI
«Il centrodestra aveva promesso di risolvere il problema immigrazione e invece, mentre litiga sulla gestione degli arrivi, i bivacchi stanno aumentando anche a Pordenone. Non si perda più tempo prezioso e si punti con decisione sull’accoglienza diffusa per dare un tetto a chi dorme all’aperto». Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni intervenendo nel dibattito sull’apertura di un hot spot in Friuli Venezia Giulia. «L’immigrazione è da sempre un fenomeno complesso e difficile da governare. Cavalcando il malcontento, durante la campagna elettorale il centrodestra aveva ipotizzato blocchi navali e chiusura delle frontiere. Un fallimento che ha spinto l’eurodeputato Dreosto a chiedere di schierare l’esercito. Le imbarazzanti difficoltà del centrodestra sono testimoniate anche dalla spaccatura sull’apertura di un hotspot, avversata da amministratori locali di ogni colore politico».
DORMIRE ALL’APERTO
«Nel frattempo le persone che dormono all’aperto sono visibilmente aumentate nel capoluogo del Friuli Occidentale - conclude Conficoni - a maggior ragione, invece di tergiversare, la maggioranza metta al bando l’ipocrisia e affronti la situazione».
LE TENDOPOLI
«Dal ministro Ciriani abbiamo la conferma che il Governo ha cambiato rotta e ha deciso di non decidere. Anche in Friuli Venezia Giulia siamo probabilmente a un passo dalle tendopoli e, sia chiaro, che se arriveremo a quel punto le responsabilità saranno di chi guida Regione e Governo nazionale. Le spaccature attraversano verticalmente la maggioranza e lo dimostrano anche le differenze di posizione tra esponenti di Governo come il ministro Ciriani e la sottosegretaria Savino». A parlare la senatrice Tatjana Rojc (Pd) che va avanti. «La loro soluzione è non fare niente – continua la senatrice dem - rimandare, prendere tempo, far calmare le acque, fare un vertice di maggioranza. Nel frattempo la situazione si incancrenisce, la tensione sociale rischia di aumentare con già oltre un centinaia di persone nelle strade. Le certezze esibite dal ministro Ciriani non sono condivise dai Comuni - conclude - che hanno espresso la loro preoccupazione al ministro Piantedosi». La situazione, dunque, sta diventando sempre più incandescente e non solo per il meteo.