Infortuni sul lavoro, alla Lef di San Vito nasce una “scuola di sicurezza”.
IL PROGETTO
L’azienda digitale modello, infatti, è sede da ieri del corso di formazione dedicato agli Rls (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) in applicazione all’accordo del 21 luglio 2021 che prevede l’analisi dei casi, la ricerca di procedure e la formazione dei lavoratori. Per conseguire l’obiettivo dichiarato di Zero morti sul lavoro, il percorso è stato di responsabilizzazione e coordinamento delle attività degli Rls nelle fabbriche e di ampliamento del ruolo degli Organismi paritetici provinciali. «Due incidenti mortali avvenuti nel recente passato – ha detto Agrusti – hanno rafforzato le nostre convinzioni e quelle delle organizzazioni sindacali accelerando la creazione di iniziative in risposta al deficit di sicurezza in alcuni ambienti di lavoro che dipende da diversi fattori». È stata ricordata la morte della ventiduenne di Prato, stritolata da un macchinario, spiegando che «determinate tragedie si possono evitare adottando sistemi di sicurezza ridondanti; parallelamente – ha detto – dobbiamo lavorare sulla difettosità dell’essere umano affinché una distrazione non si trasformi in tragedia». Il corso, iniziato proprio nel giorno in cui il capo dello Stato ha fatto visita alla scuola di Lorenzo Parelli, lo studente vittima di un incidente nell’ultimo giorno del percorso scuola – lavoro, prevede tre moduli della durata di due ore ciascuno che si svolgeranno con l’ausilio di esperienze dirette supportate, in laboratorio, da attrezzature tecnologiche: nuove tecnologie per addestramento e per il supporto da remoto, Robot e cobot e mentalità, comportamenti e tecnologie per la formazione sulla sicurezza. «Esporteremo questa mentalità nelle scuole superiori – ha aggiunto Agrusti – affinché i giovani possano approdare al mondo del lavoro avendola già metabolizzata».
Secondo Flavio Vallan «il valore di quest’iniziativa non è solo formativo, ci consente di comunicare che la sicurezza, nelle fabbriche, è diventata sistemica e che, dove non lo è ancora, lo deve diventare». Secondo Vallan questa mentalità «che ritroviamo nello spirito di questo accordo, va espansa anche ad altri ambiti dove non è ancora stato fatto nulla; di qui la nostra richiesta al Prefetto affinché ciò possa avvenire». Cristiano Pizzo ha ricordato la grande operazione di fiducia reciproca tra Confindustria Alto Adriatico e sindacati per superare i problemi derivati dalla pandemia garantendo la continuità delle produzioni. «Questo ulteriore step di lavoro insieme – ha aggiunto – è il frutto di due anni di lavoro in tempi assai complicati in cui gli accordi, diversamente da ciò che talvolta accade, sono stati realizzati alla lettera». Roberto Zaami, infine, ha sostenuto che «Zero morti sul lavoro non è uno slogan, ma un impegno civile concreto che ha l’obiettivo di coinvolgere tutti, dalla cittadinanza alle parti in gioco. Con una azione sistemica e con un investimento, qual è la formazione».