Rubò il borsone della palestra dall'auto della poliziotta: tradito dal diavolo tatuato sul braccio

Venerdì 8 Aprile 2022 di C.A.
Ladro tradito dal tatuaggio - Foto di Myriams-Fotos da Pixabay

FIUME VENETO - Lasciò il borsone della palestra nell'auto parcheggiata davanti al cimitero di Bannia. La poliziotta tornò alla macchina, trovò il finestrino rotto e la borsa sparita. Le telecamere del Comune di Fiume Veneto filmarono la fuga del ladro a bordo di uno scooter rosso e inquadrarono anche il tatuaggio che aveva sul braccio: la testa di un diavolo. Manolo Levacovig, 30 anni, all'epoca domiciliato a Cordenons, fu individuato dai carabinieri di Azzano Decimo, che indagarono per la ricettazione di due motoseghe anche Leonardo Dimitri, 68, di Porcia. La posizione di quest'ultimo, difeso dall'avvocato Esmeralda Di Risio, è stata stralciata, affronta il processo per dimostrare la sua estraneità alla condotta del trentenne che aveva conosciuto in carcere. Levacovig è stato invece giudicato con rito abbreviato (avvocato Nicoletta Menosso) e condannato dal giudice Iuri De Biasi a 3 anni 8 mesi e 800 euro di multa.

Il vpo Beatrice Toffolon aveva concluso per una condanna a 4 anni.

IL PRIMO FURTO

È dal furto patito dalla poliziotti che i carabinieri hanno ricostruito quasi una decina di colpi. Il ladro scappò in direzione San Vito. Dal filmato della videosorveglianza si vedevano solo tre numeri di targa, ma poi lo scooter fu intercettato dalle telecamere, più sofisticate, del Comune di Azzano. La targa risultava intestata a un pregiudicato della provincia di Udine morto nel 2012. La cosa curiosa è che visionando le varie telecamere, i carabinieri avevano notato che lo scooter andava sempre in una determinata direzione. Lo trovarono parcheggiato sotto una palazzina e riparato da una coperta: era un Malaguti. Levacovig notò i carabinieri, si liberò della targa e dello scooter abbandonandoli in un campo.


LE PERQUISIZIONI

Troppo tardi. Le successive perquisizioni permisero di recuperare utensili per il giardinaggio rubati nelle province di Pordenone e Udine per un valore complessivo di diverse migliaia di euro. Nove - compreso quello patito dalla poliziotta - sono i furti ricostruiti tra maggio e giugno 2019 e successivamente a dicembre. All'Officina Pilot di Cordenons era stato rubato il telaio di un ciclomotore Malaguti; in un'abitazione di San Vito una motosega Echo; nel magazzino della Rovere Clean Srl di Azzano una smerigliatrice Hilti, nove dischi, un set di punte da trapano, una cesoia e un trapano a percussione; altri furti di utensili per lavori di edilizia erano stati patiti da tre abitanti di Azzano Decimo; infine, a Udine fu rubato un furgone parcheggiato nel cortile della Acegas/Amga.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci