Brugnera. Eduard morì in moto a 24 anni, perizia ribalta la ricostruzione iniziale: si riapre il caso

Con un'imputazione coatta ieri è stato rinviato a giudizio per omicidio stradale l'imprenditore sacilese Dario Presotto

Martedì 10 Ottobre 2023 di Redazione
Eduard Scafari

BRUGNERA (PORDENONE) - Aveva 24 anni e la passione per le moto. Eduard Scafari morì dopo due giorni di agonia, vittima di un incidente stradale accaduto il 24 giugno 2021 sulla Opitergina, uscendo da Vallenoncello. Con un'imputazione coatta ieri è stato rinviato a giudizio per omicidio stradale l'imprenditore sacilese Dario Presotto, 60 anni, che quel giorno era alla guida di una Porche Cayenne entrata in contatto con la Kawasaky del giovane.

Il gup Rodolfo Piccin (pm Andrea Del Missier) ha ritenuto che fosse necessario il vaglio dibattimentale per far chiarezza sulla dinamica e le responsabilità del tragico incidente.

Le indagini

Il fascicolo di indagine ha avuto un percorso travagliato. Il giovane quel giorno procedeva nella stessa direzione di marcia del Suv. Ha urtato di striscio la macchina e dopo essere stato sbalzato è finito in un canneto ai margini della strada. Presotto era incolonnato dietro ad altre auto, si era fermato, aveva bloccato un'ambulanza che stava passando e aveva trovato il ragazzo in fin di vita tra la vegetazione. Nella ricostruzione del consulente della Procura, l'ingegner Giuseppe Monfreda, non erano state evidenziate responsabilità da parte dell'automobilista. Aveva concluso sostenendo che la moto aveva tamponato il Suv a una velocità non commisurata, nella stessa corsia di marcia. La Polizia locale avevano però collocato il punto d'urto nella corsia opposta di marcia, dove erano stati rilevati segni di frenato oltre la linea bianca tratteggiata. Ai chiarimenti chiesti dal pm, il consulente aveva spiegato che si trattava dei segni dello scarrocciamento della moto. Da qui la richiesta di archiviazione nei confronti di Presotto.

Battaglia di perizie

Tutelata dall'avvocato Fabio Gasparini, la famiglia del 24enne si è affidata ad altri due consulenti: gli ingegneri Marco Pozzati e Pierluigi Zamuner. Le loro conclusioni e una testimonianza, che parlavano di un tentativo di sorpasso da parte della Porsche, sono in contrasto con la consulenza della Procura. L'automobilista che viaggiava nel senso opposto di marcia aveva notato la scena dallo specchietto retrovisore. Aveva riferito di aver visto la moto al centro della strada mentre sorpassava la colonna di auto. L'avvocato Gasparini ha fatto opposizione all'archiviazione ipotizzando che il Suv avesse intrapreso la manovra di sorpasso tagliando la strada alla moto. Secondo il gip Monica Biasutti, che ha disposto la riapertura del caso con un'imputazione coatta, non si era tenuto conto dei rilievi della Polizia locale e della testimonianza. Quanto alle tracce di pneumatici sull'asfalto, ha sposata la tesi dei consulenti di parte civile, non era i segni di scarrocciamento, ma la frenata del Suv. Il risarcimento ai familiari del ragazzo hanno estromesso la parte civile dal processo. A gennaio comincia l'istruttoria. Presotto sarà difeso dall'avvocato Carlotta Campeis: «Il rinvio a giudizio - ha spiegato - si base su una ricostruzione alternativa. Sarà il dibattimento a chiarire i dubbi». 

Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 19:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci