PORDENONE - Cercando la luce giusta per una foto da condividere su Instagram può capitare che un soffitto ceda e finisca per mettere in pericolo non solo lo scatto dell'anno, ma l'incolumità del fotografo amatoriale di turno. Ci prova così, la polizia municipale di Pordenone, cercando di far comprendere la portata del rischio, a limitare un fenomeno che non accenna ad arrestarsi. Con l'arrivo della bella stagione, infatti, sono tornati i «raid» al cotonificio Amman. E all'interno del grande rudere industriale di Borgomeduna si riaccendono le luci: da un lato quelle degli smartphone e dei flash, dall'altro quelle delle torcie della polizia municipale, che dà la caccia ad un numero sempre maggiore di sconsiderati. Giovani, meno giovani, uomini e donne: gli intrusi dell'Amman sono di tutte le età. Non scattano solo fotografie, c'è di peggio. Gli stanzoni pericolanti dell'ex cotonificio, vecchio simbolo di una città passata, sono la meta di coppiette in cerca d'intimità, gruppi di giovani che immaginano di trovarsi in un ambiente underground tipico dei bassifondi (e che utilizzano l'Amman per il parkour, l'arrampicata sui muri e sui tetti a mano libera), quando non di tossici bisognosi del luogo appartato nel quale non essere notati...
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