Il Friuli nella morsa del gas: in regione i consumi più alti di tutto il Nord e l'inverno adesso fa ancora più paura

Lunedì 5 Settembre 2022 di Marco Agrusti
Riscaldamento domestico
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Siamo dipendenti dal gas.

Più di altri. E probabilmente soffriremo, più di altri. I dati che riguardano il Friuli Venezia Giulia sono impietosi: non c’è una sola altra regione in tutto il Nord Italia che allo stato attuale sia legata a doppio filo alle forniture di gas naturale come la nostra. Per fare un esempio, la Lombardia ha dieci volte (circa) gli abitanti del Friuli Venezia Giulia ma in proporzione è molto più virtuosa e non consuma affatto dieci volte il gas che viene “divorato” tra Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia. 


LA CLASSIFICA


Si parte con il dato “secco” del Friuli Venezia Giulia. La nostra regione consuma circa due miliardi di metri cubi di gas ogni anno. Per la precisione, i miliardi sono 2,1 nell’ultima rilevazione. Una percentuale piccola rispetto ai circa 75 miliardi metri cubi “mangiati” dal fabbisogno nazionale, ma enorme se si prende in considerazione la prestazione di altre regioni, soprattutto al Nord. E si tratta di un dato che sta diminuendo pochissimo negli ultimi anni, mentre in altri territori si è riusciti a ridurre la dipendenza dal gas in modo più incisivo e soprattutto più rapido. Tornando alle differenze tra le regioni, è qui che la situazione del Friuli Venezia Giulia si fa più difficile. Secondo l’ultima rilevazione del ministero della Transizione ecologica, infatti, il Veneto ha consumato in un anno 5,7 miliardi di metri cubi di gas naturale, quindi di metano. Il problema? Il Veneto ha quattro volte gli abitanti del Friuli Venezia Giulia e se seguisse lo stesso volume di consumi avrebbe “mangiato” circa otto miliardi di metri cubi. Ancora più stridente il confronto con la Lombardia, che di milioni di abitanti ne ha dieci (il Fvg circa 1,2) ma che di gas ne ha richiesto e consumato in proporzione meno, cioè 16 miliardi di metri cubi sui 12 mesi. Anche il Trentino Alto Adige, che condivide con il Friuli Venezia Giulia le zone montuose dove il riscaldamento entra in funzione prima, riesce a consumare molto meno gas, per la precisione meno di un miliardo di metri cubi l’anno. 

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IL CONTESTO


Poche rinnovabili, tanta (troppa) tradizione nelle costruzioni. Il Friuli si trova in difficoltà di fronte a un autunno che dal punto di vista dei costi dell’energia promette scintille. Secondo i dati diffusi dalla regione - ed eccoci al punto - addirittura l’83 per cento di tutti gli impianti termici del territorio funziona grazie all’apporto di gas naturale metano. Il teleriscaldamento, ad esempio, non raggiunge nemmeno lo 0,5 per cento. Al secondo posto c’è il gasolio con il 6 per cento, poi staccato di pochi decimi il Gpl. Il pellet vale solamente lo 0,17 per cento del consumo regionale. Il tutto è reso ancora più pesante dal fatto che circa l’80 per cento degli edifici non rientra nelle tre classi energetiche più alte. Si paga quindi anche una notevole dispersione. 


LE DIFFERENZE


Sono disponibili anche i dati suddivisi per provincia. Si scopre allora che a “mangiare” più gas è il territorio udinese, quello che sconta anche il fatto di avere più comuni nella zona montana. Il Friuli Centrale consuma dati alla mano 1,44 miliardi di metri cubi l’anno. Al secondo posto c’è Pordenone con 268 milioni di metri cubi. Poi Trieste con 257 milioni e Gorizia a chiudere con 134 milioni di metri cubi di gas sui dodici mesi. Infine la destinazione del metano sul territorio regionale: la maggior parte del flusso arriva alle abitazioni attraverso la rete (circa 800 milioni di metri cubi). Al secondo posto le industrie, poi il termoelettrico. 

Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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