Fontane cittadine, un anno di attesa per sapere se l'acqua ora è potabile

Venerdì 25 Dicembre 2020 di Alberto Comisso
Fontane cittadine, un anno di attesa per sapere se l'acqua ora è potabile

PORDENONE Per sapere se l'acqua che esce della maggior parte delle fontane presenti in città è potabile sarà necessario attendere ancora qualche giorno.

Probabilmente i risultati delle analisi, che devono ancora essere validati dal Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, arriveranno a inizio gennaio.


TEMPI LUNGHI

A un anno (abbondante) da quando i campioni sono stati prelevati, l'attesa è diventata quasi snervante. Generalmente i tempi non sono mai così lunghi. Sono sufficienti pochi mesi per conoscere la qualità dell'acqua.
«Il Covid spiega l'assessore all'Ambiente Stefania Boltin non ha sicuramente dato una mano. Essendo il personale del Dipartimento impegnato nelle attività collegate all'emergenza epidemiologica da Coronavirus, tutto ciò che è extra Covid è passato in secondo piano. Resto fiduciosa del fatto che le analisi possano essere validate la settimana prossima o, al limite, entro l'inizio di gennaio. I cittadini hanno tutto il diritto di sapere se l'acqua che esce dalle fontane di Pordenone è ancora inquinata o se, invece, i parametri sono rientrati nella norma».


I DATI DISPONIBILI

Gli ultimi dati a disposizione risalgono a fine 2018. Le analisi effettuate avevano dato un riscontro negativo. Vale a dire: su 38 tra fontane e lavatoi presenti in città, da 27 non usciva acqua potabile. Nei campioni prelevati era stata evidenziata la presenza di pesticidi. Da lì la decisione del Comune di vietare l'utilizzo dell'acqua emunta dai pozzi.
La situazione sarà cambiata? «Attendiamo da un momento all'altro spiega l'assessore Stefania Boltin la comunicazione dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Dopodiché renderemo noti gli esiti alla cittadinanza».
Le indagini svolte dai tecnici incaricati dall'amministrazione comunale avevano permesso già a fine 2018 di rilevare come gli agenti inquinanti fossero presenti non solo in una fontana, la cui foto era stata postata su Facebook, ma anche in altre 26 vasche della città. Soltanto undici (su 38) risultavano essere potabili e, pertanto, la loro acqua poteva essere tranquillamente bevuta.


LE ANALISI

Gli esami avevano evidenziano che l'acqua presentava una concentrazione di ammonio (azoto ammoniacale), ferro, arsenico e parametri batteriologici superiore ai limiti di legge. Nella fontana del Centro studi, oltre all'ammonio, era stata riscontra la presenza di batteri coliformi, Escherichia coli ed enterococchi intestinali. Il Comune provvede, di volta in volta, ad effettuare controlli di routine sull'acqua delle fontane e dei lavatoi in città. In quel frangente erano emerse criticità in alcuni siti del territorio: erano stati rilevati soprattutto pesticidi agricoli presenti nelle falde di superficie dalle quali si riforniscono le fontane in questione. Per questo l'acqua era stata dichiarata non potabile.


LE PROTESTE

Le proteste in rete erano state immediate. La decisione era stata presa per salvaguardare la salute dei residenti, ma l'attenzione nei confronti del provvedimento era stata alta soprattutto in seguito a ciò che era successo ad Aviano: nel comune della Pedemontana ai cittadini era stato vietato di bere l'acqua dai rubinetti. Hydrogea aveva tamponato la situazione, poi risolta nel giro di qualche giorno, installando delle cisterne per l'approvvigionamento.
Nel caso di Pordenone la poca profondità della falda fa sì che i pesticidi utilizzati in agricoltura si possano riversare più facilmente nelle venature della terra che riguardano anche i bacini da cui attingono le fonti pubbliche. «Attendiamo con particolare trepidazione l'esito delle analisi evidenzia l'assessore Boltin per vedere anche se le buone pratiche adottate nell'ultimo anno hanno sortito gli effetti sperati».
 

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