Mentre il Friuli aspetta la zona gialla tra i contagiati scompare la variante Delta

Lunedì 21 Febbraio 2022 di Marco Agrusti
Analisi di laboratorio

All’inizio della settimana che segnerà - questa volta sì, senza alcun dubbio - il ritorno (simbolico) della regione in zona gialla, arrivano altre due buone notizie per il Friuli Venezia Giulia. Riguardano le varianti e sono figlie dell’aggiornamento del lavoro compiuto mensilmente dal centro di monitoraggio regionale che “sorveglia” le mutazioni del virus. I dati incoraggianti fanno riferimento sia alla variante Delta che al ceppo chiamato “Omicron due”, cioè la “sorella” della variante che oggi è quella dominante in tutta Italia.

La prima è sparita, mentre la seconda minaccia sembra in questo momento molto lontana all’orizzonte. 

LA SITUAZIONE
La variante Delta non c’è più. E va bene così, dal momento che sulle persone non vaccinate aveva dimostrato una capacità molto alta di causare la malattia grave e di portare anche alla morte del paziente. «In questo momento - ha spiegato il professor Maurizio Ruscio, ricercatore del Burlo Garofolo di Trieste e tra i maggiori esperti in regione nella “caccia” alle varianti - notiamo come Delta sia praticamente sparita dal nostro territorio». I tamponi che arrivano in laboratorio per le analisi molecolari danno tutti esito negativo quando si cerca il ceppo che aveva provocato la mini-ondata (attutita dalle vaccinazioni, molto più efficaci anche contro il contagio rispetto a quanto accade con Omicron) tra l’estate e l’autunno. La colpa (o il merito, in questo caso) è dell’arrivo di Omicron, che con la sua velocità di trasmissione ha soppiantato in poche settimane il “vecchio” virus, portando un’impennata di nuovi casi ma un impatto minore sul fronte degli effetti clinici del Covid. E quindi meno ricoveri in ospedale. 

LA GEMELLA
Ora l’attenzione dei ricercatori si sposta su “Omicron due”, la variante già diventata prevalente in alcuni Paesi dell’Europa settentrionale, Danimarca in testa. Gli studi indicano la presenza di molte somiglianze con Omicron “originale” anche se il ceppo mostra alcune modificazioni in grado di renderlo ancora più capace di attaccare le mucose nasali dell’ospite. In Friuli Venezia Giulia, però, la “gemella” di Omicron per adesso non riesce a sfondare, nonostante sia presente e già rilevata dai laboratori specializzati. Le percentuali di penetrazione non arrivano nemmeno al 10 per cento, mentre il restante 90 per cento è tutto occupato da “Omicron uno”. E la spiegazione potrebbe essere contenuta nell’altissimo livello di contagio che ha caratterizzato il mese di gennaio in Friuli Venezia Giulia. I principali studi internazionali, infatti, stanno dimostrando come un contagio pregresso causato da “Omicron uno” protegga la persona guarita anche dall’attacco della variante gemella, salvo rari casi di reinfezione notati in Gran Bretagna. L’immunità naturale da contagio, quindi, sta in qualche modo proteggendo la nostra regione dall’espansione della nuova variante. Il ceppo “gemello”, va ricordato, non sembra essere in grado di produrre effetti clinici peggiori rispetto a quanto è in grado di causare “Omicron uno”, anche se potrebbe essere più sfuggente rispetto alla capacità dei vaccini attualmente in commercio di prevenire il semplice contagio. 

LO SCENARIO
Nella settimana che inizia oggi il Friuli Venezia Giulia passerà in zona gialla. La decisione sarà presa venerdì, per diventare effettiva da lunedì 28 febbraio. Nel frattempo la regione potrebbe raggiungere i numeri da zona bianca, visto il calo dei ricoveri. In ogni caso questi stessi numeri dovrebbero consolidarsi per 14 giorni prima di determinare il passaggio di fascia. 

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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